giovedì 4 febbraio 2010
Hollywood on stage (I): Rush e Sarandon in "Exit the King"
Oggi mi sento Broadway-addicted. Se vivessi a New York e fossi pieno di soldi, Broadway sarebbe la mia seconda casa. Nel senso che dividerei i miei giorni fra cinema e teatro. E il mio blog, naturalmente. L'anno scorso l'allestimento di Exit the King, dramma dell'assurdo di Eugene Ionesco, con Geoffrey Rush e Susan Sarandon per la regia di Neil Armfield, ha fatto segnare il tutto esaurito da marzo a giugno. Recensioni entusiastiche per tutti, Rush in testa, vincitore di un Tony Award come migliore attore. Un po' meno calorosi i giudizi sulla Sarandon, cui i critici hanno rimproverato una naturalezza molto cinematografica e poco conforme al registro grottesco e stilizzato richiesto dalla pièce. Molto più convincente la prova dell'attrice nella parte finale dell'opera, intima e drammatica: il monologo di Queen Marguerite sul corpo morente di King Berenger è stato definito dalla critica "impressionante".
Non vivere a New York e non essere ricco sfondato non mi ha dato la possibilità di vedere Susan Sarandon in palcoscenico, o Cate Blanchett nel recente allestimento di Un tram che si chiama desiderio, o Glenn Close nel leggendario Sunset Boulevard del 1994. Sarà pure un infantile sfogo personale, ma voglio concedermi oggi un cyber-tuffo alla ricerca di altre (perdute?) performance teatrali.
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