venerdì 14 maggio 2010

Robin Hood, un prologo noioso e frustrante


Fastidio e noia. Non c'è nulla che funzioni davvero in questa nuova versione delle avventure di Robin di Longstride nei 140 minuti inutilmente accumulati da Ridley Scott. Nulla, a parte i bellissimi titoli di coda, la puntuale, accurata ricostruzione storico/scenografica (ma trovandoci di fronte ad un film ad alto budget, è il minimo) e l'atmosfera grigia cupa ed opprimente da dramma shakespeariano d'annata. Quest'ultima forse fin troppo accentuata, al limite dell'enfasi tronfia e pesante. Ma l'accoppiata Scott-Crowe non ha mai avuto la mano leggera.

Tra battaglie e saccheggi, intrighi a palazzo, corteggiamenti svogliati, flashback che si vorrebbero rivelatori ma suonano posticci e una marea di attori impegnati (si fa per dire) quel tanto che basta per portare a casa lo stipendio milionario, i 140 minuti scorrono senza divertimento e senza emozione per i poveri spettatori. La trovata del film è quella di narrare (anzi, inventare)l'antefatto storico che precede la nascita della leggenda di Robin Hood. Un prequel in piena regola quindi, che finisce proprio dove gli altri film (e, ahimè, anche l'interesse del pubblico) cominciano e si apre la strada ad un probabile sequel. Che, data la gelida accoglienza della critica (45% di recensioni positive su rottentomatoes), è quanto mai incerto. Vedremo come risponderà il pubblico. Ma credo che preferirà di gran lunga l'action a colori di Iron Man 2.


Trovarsi di fronte ad un interminabile prologo è a dir poco frustrante. Che senso ha un film fatto senza urgenza e senza ispirazione? Capisco la necessità di raccontare qualcosa di diverso e di nuovo rispetto a quanto detto (e visto) in passato, ma almeno bisognava sforzarsi un po' di più per rendere il racconto interessante e suggestivo. Invece tutto è stereotipato, già visto, finto e senza passione. Nemmeno gli attori funzionano e salvano il film dal disastro: troppi personaggi e uno script che non dà a nessuno il materiale sufficiente su cui lavorare. Dirò una banalità ma sin dall'inizio è evidente quanto Russell Crowe sia troppo maturo e fuori parte per interpretare Robin Hood. Ed è insopportabile con la sua unica espressione corrugata e pensosa. E ridicolo nella variante animalesca e selvaggia (tipo quando esce urlante dall'acqua nella scena della battaglia sulla spiaggia, una sequenza fin troppo ricalcata sullo sbarco in Normandia di Salvate il soldato Ryan).

Quanto a Cate Blanchett, è sempre bellissima e l'aggiornamento del personaggio di Lady Marion da damsel in distress a signora fiera ed indipendente è interessante. Ma lo sviluppo della love story con Robin Hood è prevedibile (e soltanto abbozzato), la chimica tra le due star assolutamente inesistente e l'apparizione nelle vesti di guerriera simil-Giovanna d'Arco nella sequenza della battaglia finale è a dir poco fuori luogo ed imbarazzante.

Voto: 4

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