martedì 4 maggio 2010

Popular Cate


Per gli spettatori più vigili ed attenti ai volti nuovi da cui lasciarsi abbagliare, in principio fu Elizabeth, ed ancor prima Lucinda. Ma per il grande pubblico che affolla le multisala e divora pop-corn di fronte a blockbuster e filmoni superomistici, in principio fu soltanto Galadriel. Nel ruolo dell'eterea Dama della luce e Signora degli Elfi, Cate Blanchett mette la sua regale bellezza al servizio della fantasmagoria di Peter Jackson ed appare in tutti e tre i film della saga de Il Signore degli Anelli: La compagnia dell'Anello (2001), Le due torri (2002) e Il ritorno del re (2003). I film incassano uno sproposito, collezionano Oscar e rinnovano il genere fantasy. Per la Blanchett è una piccola, iconica partecipazione ma di fondamentale importanza per la sua carriera e la sua crescente popolarità. Nel 2012 tornerà a vestire i panni luminosi di Galadriel nel prequel de Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit - Parte prima per la regia di Guillermo del Toro e la sceneggiatura di Jackson e Philippa Boyens.


Dopo due stagioni acclamatissime dalla critica, nel 2008 la Blanchett vince di nuovo alla lotteria di Hollywood e mette a segno altri due titoli di enorme appeal commerciale: il ritorno di Indiana Jones e un progetto che sulla carta profuma di Oscar (re-union con Brad Pitt dopo Babel, regia stimata, fonte letteraria). Più che un film, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è una vacanza, una scorribanda tra amici, tanto leggero e disimpegnato è il tono del racconto e volutamente retro' l'atmosfera da avventura postbellica resuscitata da Spielberg. Continuando l'altalena tra ruoli principali e secondari, la Blanchett stupisce in un personaggio against the type: l'antagonista di Indy Jones Irina Spalko, gelida e scattante comandante delle truppe sovietiche disposta a tutto pur di recuperare il teschio di cristallo e controllare, con i suoi poteri, la mente degli avversari. Caschetto nero, divisa militare ed occhi di ghiaccio, Cate si adegua allo stile fumettistico del film e disegna una cattiva bidimensionale che, anche se avrebbe potuto essere più incisiva e sottile (magari supportata da uno script migliore), comunque le fornisce l'occasione per sfoderare un divertente accento russo. Incassi da capogiro. Recensioni non entusiastiche ma tutte benevole nei confronti della Blanchett, autoironica ed in grado di plasmare ancora una volta immagine e stile in base alle esigenze del film.




Diretto da un David Fincher in barbosa vena pseudo-artistica e poetica, Il curioso caso di Benjamin Button è invece un furbo blockbuster acchiappasoldi, lacrime e nomination. Per i primi 80 minuti il film è una noia mortale nella sua successione di freddi quadretti patinati: la cornice con figlia e madre terminale in ospedale è patetica, Brad Pitt, reso vecchio (o giovane) dal trucco digitale, ha una sola espressione (piuttosto inespressiva in verità) e gli unici picchi di attenzione riguardano la presenza di Tilda Swinton, sempre splendida. Quando a metà film il personaggio della piccola Daisy fiorisce con il volto e il corpo da ballerina di Cate Blanchett le cose cambiano. La scena in cui Daisy balla davanti a Benjamin è un classico della seduzione che dovrebbe presto finire nelle enciclopedie del cinema. E il film mette finalmente a fuoco il suo nodo centrale: l'impossibile storia d'amore tra i due protagonisti, destinati ad incontrarsi a metà strada intorno ai 40 anni e poi a perdersi. Lei invecchia, come tutti, lui va a ritroso e ringiovanisce. Se tutta la seconda parte del film è drammaticamente più efficace delle prima (descrittiva e fiaccamente elegiaca), il merito va alla Blanchett che accentra su di sé il racconto con la sua calda intensità e il suo quieto dolore. E quando Benjamin, diventato un neonato, riconosce nell'anziana signora che lo culla la donna che ha amato e muore tra le sue braccia, sfido chiunque a non allagare la stanza.
Pioggia di nomination agli Oscar per tutti tranne che per Cate. Che a questo punto, dopo aver ricevuto la sua stella sull'Hollywood Boulevard nel dicembre del 2008, sparisce dalle scene per dirigere la Sydney Theatre Company ed intepretare a teatro Blanche Dubois.

Popular Cate si arricchisce di un nuovo paragrafo con l'uscita questo mese dell'ultimo blockbuster dell'eclettica, multiforme diva australiana: il Robin Hood di Scott, in cui sarà una fiera e combattiva Lady Marian.

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