martedì 27 ottobre 2009

Julie & Julia, antidepressivo Streep


C’era un tempo in cui il nome Meryl Streep era sinonimo di lacrime e singhiozzi, oltre che di eccellenza interpretativa, e quasi mai di sfracelli al box office. Nel 2006 Il diavolo veste Prada in qualche modo ha mutato la percezione del pubblico nei confronti della diva americana, restituendo un Streep in forma smagliante, completamente rinnovata, capace di riprendere un discorso con il pubblico mai veramente interrotto. E così il musical Mamma mia! ha sbancato in tutto il mondo soprattutto grazie alla incontenibile energia della star e un film complesso come Il dubbio è arrivato ad incassare in America più di 30 milioni di dollari. A sessanta anni Meryl Streep è diventata una garanzia di successo, Julie & Julia sta raggranellando in ogni dove ben più degli ultimi film di Nicole Kidman o Angelina Jolie. Al di là del valore del film in sé, bisogna ammettere che questa rinascita, dati i tempi in cui viviamo, ha del miracoloso.

In Julie & Julia, Meryl Streep interpreta Julia Child, autrice del best-seller “Mastering the Art of French Cooking” e celebre conduttrice televisiva di show culinari nell’America degli anni ’60. Il film segue la vita di Julia dagli anni parigini in cui iniziò ad interessarsi alla cucina francese fino alla pubblicazione del suo libro. Parallelamente il film racconta la vita di Julie Powell (Amy Adams), scrittrice frustrata nella Manhattan post 9/11 che apre un blog impegnandosi a cucinare le 524 ricette del libro della Child in 365 giorni. Il plot è tutto qui, con le crisi e le ansie della Powell alle prese con blog e ricette da una parte, e con le avventure parigine della Child e di suo marito (un adorabile Stanley Tucci) dall’altra.

Tutta la prima mezz’ora del film, con le peripezie della Child al corso di cucina francese è davvero esilarante: la Streep recita con una fisicità e una gestualità da attrice comica sopraffina, alla Buster Keaton, come se fosse un direttore d’orchestra o un compositore che usa tutte le possibilità del proprio linguaggio corporeo e vocale per esprimere un’idea di contagiosa vitalità. Ma anche la storia contemporanea funziona grazie a Amy Adams, molto brava nel tracciare la parabola del suo personaggio e nel rendere credibile la simbiosi con la figura della Child.

Julie & Julia resta tuttavia una commedia molto convenzionale, leggera e divertente, ma senza un autentico conflitto drammatico. Sembra che la regista Nora Ephron abbia scritto il copione seguendo alla lettera una ricetta, con tutti gli ingredienti che ti aspetti al loro posto. Il confine tra la ricetta “giusta” e la “solita” ricetta è sottile, ma credetemi, Meryl Streep vale il prezzo del biglietto. E’ così buffa e gioiosa che sta diventando il più sorprendente e sano antidepressivo dei nostri tempi. E non è poco.
Voto: 7+

3 commenti:

  1. Anche se non mi occorre un antidepressivo, penso proprio di vedere il film al più presto, forse già domani: la trama mi stuzzica, l'interprete mi piace, la recensione è invitante, allora perché no?

    RispondiElimina
  2. Antidepressivo... da quando 'seguo' Meryl ho abbandonato gli psicofarmaci, quindi funziona!....ah ah! scherzo!
    Un film molto carino e divertente; l'ho visto sia in italiano che in inglese e devo ammettere che in lingua originale è decisamente più bello, mentre in italiano perde molto. Addirittura in certe scen,e per rendere buffa la parlata della Child, la doppatrice esagera talmente tanto da sembrare quasi ubriaca! Ecco perchè adoro i film in lingua originale!
    La scena delle cipolle poi è davvero esilarante! "non credi di essere un po' troppo competitiva?" ..grande Stanley!

    RispondiElimina