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martedì 27 aprile 2010

Celebrating Blanchett


Countdown per l'uscita di Robin Hood il prossimo 12 maggio. Per celebrare il ritorno sul grande schermo di Cate The Great in arrivo una serie di post dedicati alle sue migliori performance. Fan della Blanchett, tenete pronte le vostre classifiche!

sabato 6 marzo 2010

Julianne Moore is hot!



Non avrà ricevuto la tanto attesa (e meritata) nomination all'Oscar per la sua Charlie di A Single Man, ma Julianne Moore è più hot che mai. Passati i tempi bui di Marie and Bruce, The Forgotten, Laws of attraction - Matrimoni in appello, Next e Trust the Man, la Moore ha riconquistato terreno con Blindness e, soprattutto, Savage Grace nel 2008, per tornare in piena forma nel sorprendente debutto di Tom Ford.

Il NY Times l'ha scelta come cover star del Women's Spring Fashion 2010: negli scatti di Raymond Meier (foto sopra) Julianne recita il "complesso teatro della personalità femminile" e in una breve ma illuminante intervista "svela" di essersi ispirata alla Julie Christie dei primi anni '60 per catturare la voce e la parlata da party-girl di Charley (assolutamente da gustare in lingua originale).


Dopo la partecipazione a due episodi della popolarissima serie televisiva americana 30 Rock nel ruolo di Nancy Donovan, vecchia fiamma del protagonista Alec Baldwin, Julianne dovrebbe tornare in tv per una breve apparizione nella soap opera che la lanciò alla fine degli anni '80, As The World Turns, la cui chiusura è annunciata per settembre e per la quale l'attrice vinse un Daytime Emmy Award nel 1988.

Nel frattempo campeggia dalle copertine dei magazine: in occasione dell'uscita inglese di A Single Man, Bazar UK le dedica un ampio servizio nel numero di febbraio, mentre Vanity Fair Italia, recuperando i magnifici scatti già apparsi su Vogue nel luglio 2009 (foto sotto), pubblica una bella intervista di Paola Jacobbi in attesa dell'uscita di Chloe il 12 marzo.


E non è finita qui. Se non ve ne foste accorti, Julianne è la testimonial della nuova campagna di Bulgari e in qualsiasi parte del mondo vi troviate, vi sarà già capitate di vederla: sui giornali, in vetrina, in metro o alle fermate degli autobus.

Quanto al cinema, l'horror movie Shelter, girato nel 2008, sarà distribuito in Gran Bretagna a partire dall'8 aprile e il trailer lascia ben sperare (di sicuro sarà meglio di The Forgotten). Probabile che in America esca direttamente in dvd, ma per l'Italia non escluderei una distribuzione estiva.


E poi c'è The Kids Are All Right, il film che dovrebbe riportarla alla notte degli Oscar del 2011 come candidata. 7 luglio l'uscita americana, da noi dovremmo aspettare l'autunno.

sabato 13 febbraio 2010

A look at Mark Ruffalo


Ebbene sì, ammetto di essere (già) ossessionato da Shutter Island. Il film di Scorsese viene ufficialmente presentato oggi al Festival di Berlino: quale sarà la reazione della stampa internazionale? Nell'attesa mi sembrava doveroso dedicare una pagina ad un altro dei co-protagonisti, Mark Ruffalo, uno degli attori più bravi ed importanti emersi nel cinema americano nell'ultimo decennio. Il ruolo che lo ha rivelato è stato quello del fratello di Laura Linney nell'intima commedia You can count on me (2000, di Kenneth Lonergan): recitazione più vera del vero, grande alchimia con la Linney, film assolutamente da recuperare (in Italia non lo ha visto praticamente nessuno). Ma è con In the cut che i miei occhi si sono posati per la prima volta su di lui: lacerante (e sottovalutatissimo) thriller di Jane Campion in cui Ruffalo è il detective Malloy. Performance esplosiva e trattenuta, perfetta incarnazione della sensualità maschile in equilibrio tra potere, dominazione e protezione.

Subito dopo è brillante nel cult Eternal Sunshine of the Spotless Mind e cede alle commedie hollywoodiane con Vizi di famiglia e Se solo fosse vero. Con Zodiac torna al thriller d'autore e fa di nuovo centro, ma i successivi Reservation Road (con Phoenix e la Connelly) e il cupissimo Blindness (di Mereilles, con Julianne Moore) si rivelano fallimentari. Lui, però, è sempre bravissimo: mai una sbavatura, grande presenza, sempre credibile.


Nel 2010 non lo vedremo solo nel film di Scorsese ma anche in The Kids Are All Right (l'uscita in America del gay dramedy, come è stato definito, è fissata per il 7 luglio), dove sembra rubi la scena ad Annette Bening e Julianne Moore. Ed ha persino avuto il tempo di debuttare alla regia con Simpathy for delicious, starring Laura Linney, Orlando Bloom e Juliette Lewis, e vincitore del premio speciale della giuria al Sundance. Un'ascesa inarrestabile.

Rivisitando i classici


E' finalmente ufficiale: Todd Haynes dirigirà Kate Winslet in una miniserie televisiva di 4 ore prodotta dalla HBO e tratta dal romanzo di James M. Caine Mildred Pierce. L'opera di Caine aveva già ispirato un adattamento cinematografico diretto da Michael Curtiz nel 1945, Il romanzo di Mildred (Mildred Pierce), mix esplosivo di noir e melo' a tinte fosche con Joan Crawford vincitrice dell'Oscar. Riuscirà la Winslet a confrontarsi col fantasma della grande Joan? Non ne dubito affatto. Haynes è sulla carta l'autore perfetto per questo progetto: in Lontano dal paradiso ha già dimostrato un tocco eccezionale nella rivisitazione del cinema classico. Sono già aperte le scommesse per un probabile Emmy alla Winslet nel 2011. Le riprese iniziano in aprile a New York.


Dopo innumerevoli, gustose partecipazioni in tanti film, sembra che Susan Sarandon abbia afferrato il suo ruolo migliore da molti anni a questa parte: l'adattamento per il grande schermo de La grande vallata, serie televisiva western con la gigantesca Barbara Stanwick andata in onda dal 1965 al 1969. Devo ammettere che sono elettrizzato. L'inizio delle riprese è previsto in maggio. La Sarandon ha in uscita Solitary Man con Michael Douglas, Leaves of grass con Edward Norton , Wall Street 2 e l'attesissimo You don't know Jack, tv movie con Al Pacino diretto da Barry Levinson. La grande vallata potrebbe essere il veicolo giusto per ritornare alla notte degli Oscar.

Rimanendo in ambito western avrete già sentito che i fratelli Coen rifanno Il Grinta con Jeff Bridges nel ruolo di John Wayne? Registi e star de Il grande Lebowski di nuovo insieme: bingo! Un altro progetto che lascia ben sperare.

mercoledì 10 febbraio 2010

A look at Michelle Williams


Della fortunatissima serie televisiva Dawson's Creek, andata in onda dal 1998 al 2003, Michelle Williams è, finora, l'unica interprete che rischia di guadagnarsi un posto fisso nella storia di Hollywood. Certo, parlare di storia è davvero presto ma questa ragazza del Montana, classe 1980, si sta lentamente costruendo una carriera rispettabilissima, dimostrando grande gusto ed intelligenza nella scelta dei film (cinema indipendente e d'autore) oltre ad un notevole talento drammatico.


Forse l'unico passo falso è stato il thriller Deception (2008) con Hugh Jackman e Ewan McGregor, ma glielo si può perdonare. Dal 2004 ad oggi, la Williams ha lavorato con autori del calibro di Wim Wenders (La terra dell'abbondanza, 2004), Todd Haynes (Io non sono qui, 2007), Charlie Kaufman (Synecdoche, New York, 2008). La sua interpretazione più famosa e celebrata è quella della silenziosa e dolente Alva nel capolavoro di Ang Lee Brokeback Mountain, che le è valsa nominations all'Oscar, ai Golden Globe, ai SAG e ai BAFTA. Che dire dell'unione col compianto Heath Ledger trasformatasi in matrimonio anche nella vita reale? Al momento della morte dell'ormai leggendario attore australiano la coppia si era già separata, ma traumi di questo genere creano sacche di dolore impossibili da elaborare. Per fortuna arriva l'arte ad esprimere, incanalare, sublimare le ferite.


Dopo la performance nel film indipendente Wendy e Lucy (2008, come il film di Kaufman mai distribuito in Italia ma assolutamente da recuperare, se non altro per la stupenda prova dell'attrice) il 2010 potrebbe (dovrebbe) essere l'anno di Michelle Williams. In coppia con Ryan Gosling in Blue Valentine Michelle fa faville e in Shutter Island, che il 13 febbraio al Festival di Berlino sconvolgerà il mondo e la storia, incendia lo schermo con la sua commovente vulnerabilità. Una manciata di scene impossibili da dimenticare.

martedì 26 gennaio 2010

A look at Emily Blunt


Ne Il diavolo veste Prada rubava la scena non solo ad Anne Hathaway ma addirittura a Meryl Streep. La sua Emily Chalton, assistente del boss terrorizzata, invidiosa e sempre ad un passo dal peso-forma ideale, era un piccolo capolavoro di smagliante comicità. Ma Emily Blunt aveva già dimostrato un notevole carisma e una misteriosa sensualità nel film del debutto, l'indipendente My Summer of Love (2004).


La sua interpretazione in The Young Victoria (2009), ricostruzione romanzata degli anni giovanili della Regina Vittoria, le è valsa la candidatura ai Golden Globes come miglior attrice drammatica e potrebbe anche portarle una nomination ai prossimi Oscar. In attesa che il film sia distribuito anche in Italia, la prossima occasione per vedere la Blunt sui nostri schermi è nientemeno che in una super-produzione hollywoodiana, The Wolfman, con Benicio del Toro e Anthony Hopkins.

Diretto da Joe Johnston ed in uscita il 19 febbraio, il film promette atmosfere dark, romance, grand-guignol ed effetti speciali mozzafiato. Nel ruolo dell'intrepida eroina Gwen Conliffe, la Blunt potrebbe rivelarsi la sorpresa del film, con la sua intensità e quello sguardo liquido e magnetico, sospeso su abissi sconosciuti e dolori remoti.

mercoledì 13 gennaio 2010

Nine Days


Proiezione e conferenza stampa stamane dell'attesissimo musical Nine. Al cinema dal 22 gennaio. Dopo l'accoglienza non esaltante della critica e la gelida risposta del pubblico americano riuscirà il film di Marshall a recuperare terreno in Europa e in Italia? L'assenza di applausi al termine della proiezione non lascia ben sperare. Nine non è in termini cinematografici il disastro che ci si aspettava, anzi. E' un godibilissimo musical vecchio stile. Non perfetto. Ma con un cast da brivido. In attesa della review ecco una foto di scena con Kate Hudson e Nicole Kidman.

martedì 22 dicembre 2009

Blanchett nuova Lady Marian


E' già su Youtube il trailer dell'attesissimo Robin Hood di Ridley Scott con Russell Crowe e Cate Blanchett, in uscita il 14 maggio 2010. Per il ruolo di Lady Marian era in lizza anche la bellissima attrice inglese Sienna Miller, ma alla fine l'ha spuntata la Blanchett, capace di unire con risultati sempre eccellenti qualità artistica e starpower (i suoi ultimi film, Il curioso caso di Benjamin Button e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, sono stati enormi successi al box office). In più, l'accoppiata tutta australiana Crowe-Blanchett promette faville sulla carte. Aspettiamoci violenza gladiatoria e sequenze di selvaggia e mascolina battaglia (come si evince dal trailer). Ed auguriamoci che Scott non dimentichi il lato romantico, intimista e melo' del racconto. Con due attori così sarebbe un peccato.

giovedì 3 dicembre 2009

Happy Birthday Mrs Moore


3 Dicembre 2009, Julianne Moore compie 49 anni. Una delle più grandi (e sottovalutate) attrici contemporanee. Rivedere (almeno) Safe, Boogie Nights, Magnolia, Fine di una storia, The Hours e Lontano dal Paradiso. Passare poi a Vanya sulla 42esima strada, Un marito ideale, La fortuna di Cookie e Savage Grace. In arrivo un piccolo ruolo in The private lives of Pippa Lee e, soprattutto, A Single Man. E tra il 2010 e il 2011 Chloe, Shelter, The Kids are all right e Boone's Lick. Happy Birthday Mrs Moore!

lunedì 30 novembre 2009

Tempting Rachel


The Lovely Bones di Peter Jackson e Agora di Alejandro Amenabar in uscita nei prossimi mesi per Rachel Weisz, Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2005 per la bella interpretazione di Tessa in The Constant Gardener di Fernando Mereilles. Da allora solo l'interessante The Fountain e poche altre importanti partecipazioni. Il 2010 si preannuncia l'anno del ritorno e dell'attesa conferma.

venerdì 30 ottobre 2009

Che fine ha fatto Renee Zellweger?


Come sono effimere le infatuazioni dell'industria hollywoodiana. Nemmeno un decennio fa Renee Zellweger è una delle ragazze più hot del pianeta. Da fidanzata di Tom Cruise in Jerry Mcguire (1996) a figlia di Meryl Streep in La voce dell'amore (One true thing, 1998), questa ragazzona texana arriva a rivelare il suo talento in Nurse Betty (2000), un mix molto particolare di solare naiveté, buffa goffaggine e rassicurante sensualità che raggiunge la sua espressione più compiuta, forse un po' ruffiana ma di sicuro appeal, in Bridget Jones's Diary (2001).

Il 2002 è l'anno della consacrazione, con la credibile interpretazione della fragile Claire nel dramma White Oleander e soprattutto con Chicago, trionfale musical in cui, neo Marylin Monroe, bamboleggia divinamente e vince su tutti (tranne che agli Oscar). L'anno successivo ritorna perfettamente consapevole dei propri mezzi in Down With Love (Abbasso l'amore) delizioso e sofisticato calco delle commedie anni '60, ma è con Cold Mountain nel ruolo della rustica Ruby che afferra finalmente l'Oscar andato l'anno prima alla rivale Zeta-Jones.
Dall'Oscar in poi, come spesso stranamente accade, l'interesse dell'industria, del pubblico e il favore dei critici si affievoliscono: l'autoironia e la goffaggine del personaggio-Zellweger vengono classificati come leziosi e di maniera, e la sua tecnica bollata come accumulo di smorfie e tic. Dopo Bridget Jones: The Edge of Reason (Che pasticcio Bridget Jones, 2004), film come Cinderella Man (2005), Miss Potter (2006) e Leatherheads (In amore niente regole, 2008) nulla aggiungono al suo bagaglio.

Il firmamento hollywoodiano è instabile e spietato. Le stelle vanno e vengono, e poche sono fatte per restare. Quest'anno Renee aveva due film per tornare alla ribalta, ma l'uscita di entrambi è stata rimandata al 2010: My One and Lonely, ambientato negli anni '50 e diretto da Richard Loncraine, e My Own Love Song di Olivier Dahan (regista de La Vie en Rose). Ma il vero colpaccio dovrebbe essere il terzo capitolo della saga Bridget Jones, ancora senza titolo. Per il momento Renee sembra voler riconquistare terreno sui magazine di moda, apparendo in splendida forma, glamorous e sexy come non mai.
Quale interpretazione di Renee pensate sia la migliore della sua carriera?

giovedì 29 ottobre 2009

Winona Forever


Chi non era innamorato di Winona Ryder agli inizi degli anni '90? Giovanissima musa di Tim Burton in Beetlejuice (1988) ed Edward Mani di Forbice (1990), studentessa ribelle nel geniale Heathers (Schegge di follia, 1989), castigata e timorosa figlia di Cher in Sirene (1990), dolente sposa del diavolo nel capolavoro di Coppola Bram Stoker's Dracula (1992), ambigua moglie perbene nella New York di fine Ottocento ne L'età dell'innocenza di Scorsese (1993), vitale e gioiosa Jo March in Piccole donne di Gilliam Armstrong (1994), spigliata videomaker nel cult della X generation Giovani, carini e disoccupati (1994), vendicativa e miserevole strega nella Salem de La seduzione del male (The crucible, 1996), umanissimo cyborg in Alien resurrection (1997): una galleria di personaggi bellissimi, resi tutti con grande sensibilità e magnetismo.

Dietro quel primo piano incantevole, dolce ed ombroso al tempo stesso, dietro quegli occhi limpidi e tristi, c'era un fondo di vulnerabilità e fragilità insondabile, un legame con l'oscuro e con il male interiore, una magia fatta di remissività e abbandono che solo Burton e Coppola avevano intuito. Ma in fondo anche Scorsese, regalandole la crudele doppiezza di May Welland, l'Oscar che la Ryder avrebbe dovuto vincere ma che andò ad Anna Paquin per Lezioni di piano. Winona Ryder aveva un talento naturale ed istintivo, non era una grande attrice ma il suo volto era fatto per il cinema, perché irradiava luce e contemporaneamente suggeriva segreti. La sua ultima interpretazione importante risale al 1999 con Ragazze interrotte, film di James Mangold che, già dal titolo, sembrava ironicamente preannunciare gli sviluppi della sua carriera. Winona interpretava il ruolo di Susanna Kaysen, una ragazza degli anni '60 con la sindrome da personalità borderline. Fortemente voluto dalla stessa Ryder, il film doveva essere la sua consacrazione e fu invece il trampolino di lancio per Angelina Jolie. Di lì a poco, Winona finì nel vortice mediatico di scandali e tristi avvenimenti privati che tutti sappiamo.

Ma Winona è una tosta: tutti l'avevavo data per sepolta e lei, come la fenice, rinasce dalle sue ceneri e tra il 2007 e il 2008 torna a lavorare come una matta in piccoli progetti e pellicole indipendenti. La grande occasione le viene offerta nel 2009 da Rebecca Miller che le affida una parte importante in The Private Lives of Pippa Lee. I critici inglesi elogiano la sua performance come brillante e sorprendente, e le copertine dei magazine di moda tornano a farsi impressionare dalla sua bellezza senza tempo e senza età.
Oggi Winona compie 38 anni, incredibile, e sembra ancora una splendida ragazzina. Nessuna Keira Knightley o Anne Hathaway potrà mai eguagliare il suo fascino. Auguri Winona!

venerdì 16 ottobre 2009

Glamour victim


Ieri sera ero su Google alla ricerca di immagini di Anjelica Huston in Rischiose abitudini (The Grifters), tragico e spietato noir di Stephen Frears, per inaugurare la galleria The Great Performances of All Time inserita nel sidebar di Best Actress Confidential appena sotto le previsioni dei prossimi Oscar. Mi imbatto così quasi per caso in un magnifico servizio fotografico realizzato da quel genio di Annie Leibovitz nel marzo 2007 per Vanity Fair.

Trentanove attori di Hollywood (da Amy Adams a Evan Rachel Wood elencati in ordine alfabetico nei credits) per 14 quadri (definirli scatti è improprio, anche perchè si tratta di autentiche "composizioni") attraverso cui la Leibovitz racconta (con annesse didascalie) una storia noir losangelina seguendo tutti gli stilemi fotografici, iconografici e narrativi del genere. Ecco allora le splendide "signore di Los Angeles" Anjelica Huston, Sharon Stone e Diane Lane (in alto) in lussuosi abiti anni '40, mentre commentano la notizia dell'ultimo omicidio nella toilette dello Snyder's Restaurant. O Judi Dench ed Helen Mirren in una rocambolesca fuga in auto (in alto a destra).

Infine Ed Norton, Kate Winslet, Robert de Niro, Jennifer Connelly, la Mirren e Julianne Moore (a sinistra) nella hall dell'Hotel LaBrea nei panni di altri misteriosi ed ambigui personaggi, in un'atmosfera torbida e patinata, carica di inganni e segreti, pulsioni nascoste e tradimenti. I quadri sono uno più bello dell'altro e meritano tutti di essere ammirati.
Mi piace moltissimo quando le star si prestano a giochi del genere, soprattutto se lo sguardo dietro l'obiettivo è sofisticato e brillante come quello di Annie Leibovitz. Penso di avere una personalità abbastanza sfaccettata e aperta da accettare di indulgere ogni tanto e senza riserve al richiamo del glamour hollywoodiano. Con dei modelli così poi, resistere è assolutamente impossibile.