mercoledì 11 novembre 2009

Shirley la douce


Diretto nel 1963 da Billy Wilder, Irma la dolce riunisce sullo schermo Jack Lemmon e Shirley MacLaine dopo il trionfo del precedente L'appartamento. Ambientato in una Parigi interamente ricostruita in studio, il film è una commedia degli equivoci gustosa, colorata e divertente e, per l'epoca, anche piuttosto trasgressiva nonostante l'inevitabile finale moralistico. I due protagonisti funzionano alla grande, con Lemmon che torna efficacemente sul terreno del travestimento e una MacLaine spigliata e sexy più che mai nel ruolo dell'adorabile prostituta Irma.

Tuttavia, dispiace dirlo, è un Wilder minore, troppo lungo e leggermente affaticato: il set parigino infonde al film un'atmosfera artificiosa e teatrale, ed i meccanismi della commedia hanno questa volta un sapore schematico e ripetitivo, col gioco del travestimento e dei cliché che finisce con aggrovigliarsi un po' su sé stesso. Insomma, qualcosa sembra girare a vuoto: tutto è perfetto e tutto è finto, proprio come era il cinema classico, ma adesso sembra più finto che mai. Commedia classica fuori tempo massimo, Irma la dolce è il canto del cigno di un tipo di cinema che già ad inizio anni '60 non poteva che apparire trapassato. Rivisto oggi ha comunque il suo fascino, un'aura decadente e malinconica cui è impossibile resistere. Se fosse stato un musical, genere cui Irma la dolce sembra aspirare nell'energia e nella vitalità dei suoi momenti migliori, probabilmente il risultato sarebbe stato diverso. Ma gli anni '60 per il cinema americano sono stati un periodo di transizione tra due mondi e modi diversi di fare e vedere il cinema.


I due protagonisti sono però moderni abbastanza da traghettare lo spettatore in un viaggio spiritoso attraverso questa Parigi sospesa ed artificiale. Mattatore assoluto, Lemmon cammina, si muove e gesticola come un fantastico clown da circo che sa a memoria l'arte del buffo, ma anche la Maclaine è una forza della natura. Se lo script fosse stato meno stereotipato, il personaggio di Irma avrebbe avuto maggiore spessore. Invece è un bellissimo bozzetto, reso con grazia e senso dello stile da una Maclaine che conosce alla grande i tempi comici sia nel ritmo delle battute che nell'uso del linguaggio corporeo.

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