lunedì 19 ottobre 2009

Up in the air


Appena uscito dalla sala affollatissima e surriscaldata dove proiettavano Up in the air al Roma Film Fest, il primo fugace (e provinciale) commento è che gli americani le commedie le sanno fare e le fanno davvero bene. Up in the air è un prodotto mainstream (confezione lussuosa, grossi nomi in cartellone) che pur all’interno di una struttura classica riesce a veicolare contenuti poco rassicuranti e confortanti sulle relazioni, sull’amore e sulla vita in generale (oltre ad articolare in modo anche un po’ furbo e consolatorio un discorso molto attuale sulla crisi economica globale).

Ryan Bingham (George Clooney) è un uomo che ha fatto del lavoro la sua ragione e la sua filosofia di vita. E’ un tagliatore di teste, si occupa di comunicare a dipendenti di aziende sparse negli Stati Uniti che sono stati appena licenziati. E’ quindi distaccato, freddo, molto cinico, non si fa coinvolgere da niente e da nessuno, è praticamente una macchina da guerra. Viaggia per oltre 300 giorni all’anno da un capo all’altro dell’America e gli aeroporti sono diventati il suo habitat naturale. Non ha una famiglia a cui tornare né un legame affettivo stabile, la sua casa è un grigio, impersonale e vuoto monolocale. Tutto quello di cui ha bisogno sono il suo leggero e maneggevole trolley e il suo portafogli. Tutto ciò che desidera è continuare ancora a viaggiare per diventare la settima persona al mondo ad avere percorso il milione di miglia aeree. Le cose inizieranno a cambiare con l’entrata in scena di due personaggi femminili che travolgeranno ogni sua sicurezza: Nathalie (Anna Kendrick), giovane e rampante neocollega ideatrice di una nuova modalità di licenziamento via internet e Alex (Vera Farmiga), l'affasciante frequent flyer con cui Ryan intraprende una frequentazione inizialmente occasionale e via via sempre più intensa. Per ragioni diverse, sarà il rapporto con Nathalie (che Ryan è costretto suo malgrado ad accompagnare in una specie di apprendistato) e con Alex (che sembra essere il suo alter ego femminile) a provocare un graduale e profondo cambiamento in Ryan. Il finale è agrodolce e molto riuscito e peccato per la solita estenuante celebrazione del valore della famiglia americana attraverso cui superare crisi e momenti difficili. Per fortuna, caso insolito per una commedia hollywoodiana, sono il senso di sconfitta e pessimismo a prevalere sull’atmosfera generale.

Al terzo film dopo Thank you for smoking e Juno, Jason Reitman non è più una sorpresa ma una conferma. Up in the air è sicuramente il suo lavoro più maturo e complesso, una commedia che alterna sapientemente risate intelligenti e commozione non gratuita, diretta con gran classe, scritta benissimo ed interpretata da un cast in stato di grazia. George Clooney è sempre stato un bravo attore, oltre ad essere una star di prima grandezza dotata di innegabile fascino e di un'eccellente capacità comunicativa. Ma nel ruolo di Bingham supera sé stesso aggiungendo alla tavolozza dei suoi colori sorprendenti note di tristezza, sconforto e fragilità che finora non aveva mai toccato con tanta credibilità e sensibilità. Al personaggio di Nathalie è assegnata la funzione di comic relief e sono legati i momenti più divertenti del film, ma Anna Kendrick è talmente abile da tracciare un ritratto a tutto tondo molto efficace. Ma è Vera Farmiga, bellissima e sexy, a bucare lo schermo nel ruolo di Alex con una recitazione sottile e obliqua. E’ suo il colpo di scena più imprevisto del film: la sceneggiatura sembra per un attimo aver barato con lo spettatore ma in realtà articola il climax in modo perfettamente coerente al punto di vista assunto sin dall’inizio, quello del protagonista maschile.


Il film esce negli States il 4 dicembre e in Italia all’inizio del prossimo anno. George Clooney ha buone probabilità quest’anno non solo di essere nominato all’oscar, ma di portarsi a casa la statuetta come attore protagonista (dovrebbe essere un testa a testa tra lui e Colin Firth). Quanto alle due donne, meriterebbero entrambe di essere candidate come attrici non protagoniste, ma la concorrenza quest’anno è spietata (ci sono le attrici di Nine, Susan Sarandon per The lovely bones, Julianne Moore per A single man e quella che sembra già essere la vincitrice annunciata, Mo’nique per Precious) e pare che lo studio voglia promuovere e sostenere Vera Farmiga come protagonista. Candidatura assicurata anche per film, regia e script.

Voto: 8 -

Seconda visione del film in data 9 dicembre:
http://best-actress-confidential.blogspot.com/2009/12/re-viewing-tra-le-nuvole-up-in-air.html

Voto: 7-

1 commento:

  1. Accidenti l'ho perso... dopo tanta indecisione e 30 minuti di attesa in biglietteria (con solo un gruppetto di 4 persone dalle idee chiare davanti) alla fine ho comprato due biglietti per il film dei Coen (con buona pace della mia cotta per Clooney) ... e adesso mi tocca fare un viaggio negli States o aspettare il nuovo anno per vederlo... che pizza

    RispondiElimina