mercoledì 28 ottobre 2009

Vincere a Chicago


Il capolavoro di Marco Bellocchio continua la sua marcia trionfale negli Stati Uniti. Dopo le calorose accoglienze ai festival di Telluride, Toronto e New York, Vincere ha trionfato al Chicago International Film Festival la scorsa settimana, portando a casa ben quattro premi: miglior regia, migliore attrice (una magnifica Giovanna Mezzogiorno), miglior attore (Filippo Timi) e miglior fotografia (Daniele Ciprì).

Appare sempre più sconsiderata e fuori fuoco la scelta di Baaria per concorrere agli Oscar nella categoria miglior film straniero. I selezionatori si staranno mangiando le mani. La conseguenza più immediata di tutto questo è che Vincere non ha (ancora) un distributore americano: non essenso pianificata alcuna distribuzione entro la fine dell'anno Giovanna Mezzogiorno (applauditissima anche a Cannes nonostante il premio per la migliore attrice sia andato a Charlotte Gainsbourg per Antichrist) non può essere eleggibile nella categoria miglior attrice.

Una categoria che quindi restringe il proprio ventaglio di eventuali nominations: scolpite nella pietra sono Meryl Streep (Julie & Julia), Helen Mirren (The Last Station) e Carey Mulligan (An Education). Per gli ultimi due posti disponibili gara aperta tra Gabourey Sidibe (Precious), Saoirse Ronan (The Lovely Bones) e Abbie Cornish (Bright Star).

Hilary Swank, protagonista di Amelia, film di Mira Nair sulla tragica vita dell'aviatrice americana Amelia Earhart, è fuori gioco: il film, stroncato dalla critica americana come inutile, noioso, convenzionale e retorico, ha fatto un vero e proprio buco nell'acqua. Ad oggi Amelia registra una percentuale di recensioni positive del 16%, un autentico disastro. Raramente avviene che i critici americani siano così velenosi per progetti sulla carta così importanti. Ammetto di provare un certo compiacimento.
La situazione potrebbe complicarsi se Marion Cotillard (Nine) e Vera Farmiga (Up in the Air) venissero sostenute dai rispettivi studios come lead actress e fatte gareggiare nella categoria miglior attrice pur ricoprendo ruoli di supporto rispetto al personaggio principale maschile.

Qualche sorpresa potrebbe venire anche da Penelope Cruz: la sua interpretazione in Nine è da molti (tra quei pochi fortunati che hanno già visto il musical di Rob Marshall) considerata la migliore del film. Essendo la categoria di miglior attrice non protagonista troppo affollata ed avendo già vinto lo scorso anno con il film di Woody Allen, la diva spagnola potrebbe essere adeguatamente tenuta in considerazione come attrice protagonista per Gli abbracci spezzati, anche se il film di Pedro Almodovar ha ricevuto un'accoglienza tiepida.

A fine novembre dovrebbe uscire in America The Private Lives of Pippa Lee (in Italia chissà quando): già distribuito nei cinema inglesi dallo scorso luglio, il film di Rebecca Miller ha conquistato la critica soprattutto per la performance intensa e luminosa di Robin Wright Penn. Chissà se i distributori pensano di approntare una campagna promozionale per gli Oscar oppure no. Essendo un piccolo prodotto indipendente (ed essendo comunque gli Oscar i premi dell'industria) c'è la possibilità di vedere il film della Miller in lizza (solo) per gli Independent Spirit Awards. Quanto alla favolosa Michelle Pfeiffer di Cheri, nessuna previsione sembra tenerne più conto, ma la candidatura ai Golden Globes nella categoria best actress in a comedy dovrebbe essere assicurata.
Quali attrici vorreste che entrassero nella cinquina finale?

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