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mercoledì 28 luglio 2010

La marcia trionfale di "The Kids Are All Right"


Toy Story 3 ha fatto sfracelli e dovrebbe presto superare la soglia dei 400 milioni di dollari di incasso. The Twilight Saga - Eclipse è andato benissimo (anche in Italia, considerata la stagione) a conferma di un trend, quello del vampiro neo-romantico, di cui il pubblico sembra ancora non sazio (si veda anche il successo del serial tv True Blood, la cui terza stagione è appena partita negli Usa). L'attesissimo Inception, molto apprezzato dalla critica, è già a quota 143 milioni in appena due week end, mentre Salt, action movie vehicle per Angelina Jolie ha debuttato la scorsa settimana raccogliendo la ragguardevole somma di 36 milioni in soli tre giorni.

Ma sta per entrare in top ten The Kids Are All Right, gay indie dramedy costato appena 4 milioni di dollari, uscito in distribuzione limitata il 9 luglio in appena sette sale registrando la più alta media per sala del 2010 (72mila dollari!) e gia arrivato a quota 5 milioni di incasso in soli tre week end (la Focus ha ampliato il numero delle sale a 38 nel secondo week end e a 201 nel terzo e sta organizzando una distribuzione a tappeto per le prossime settimane). Il successo del film era facilmente pronosticabile, vista l'accoglienza trionfale al Sundance e a Berlino: a oggi Kids è il film meglio recensito dell'anno, con una percentuale di recensioni positive su Rottentomatoes del 96%. Nomination all'Oscar assicurata per Annette Bening, Mark Ruffalo, sceneggiatura e miglior film, mentre per Julianne Moore tutto dipenderà dalla categoria in cui potrebbe essere inserita, Best Actress o Best Supporting.

Restando in campo indie, notevole anche il successo di Winter's Bone (3.5 milioni di incasso per un budget di 2 milioni), Io sono l'amore (3.2 milioni) e Cyrus con Marisa Tomei e John C. Reilly (6.4 milioni).

venerdì 21 maggio 2010

Cannes goes on: "Fair Game", Ken Loach e altri


Applausi e consensi per Fair Game. Ropeofsilicon.com prevede già di vedere il film di Liman nella lista dei dieci candidati al miglior film agli Oscar 2011, assieme al nome di Naomi Watts nella categoria miglior attrice (eccellente insieme al coprotagonista Sean Penn). Per The Hollywood Reporter il film cerca di evitare il trattato politico ma cade nella retorica e, secondo il New York Times, sfocia in una seconda parte troppo melodrammatica. Ma è senza dubbio un thriller politico rispettoso ed intelligente, come scrive Variety, un film di intrattenimento serio che si inserisce sulla scia di Green Zone nell'attaccare la politica dell'amministrazione Bush riguardo alla guerra in Iraq.

Anche Route Irish di Ken Loach è stato accolto favorevolmente. Il regista inglese palma d'oro nel 2006 per Il vento che accarezza l'erba abbandona i toni leggeri de Il mio amico Eric e realizza un teso thriller politico sulle atrocità e sulle ferite del conflitto in Iraq.


Un serio contendente alla palma d'oro sembra essere il film francese Des Hommes et des Dieux di Xavier Beauvios: in un monastero in Algeria nel 1996 otto monaci convivono pacificamente con gli abitanti musulmani di un vicino villaggio, ma vengono attaccati da un gruppo di fondamentalisti islamici. Metodico nel descrivere nella prima parte la vita nel monastero, il film diventa intenso ed appassionato nel racconto del martirio finale.

Infine grande entusiasmo ha suscitato la proiezione fuori concorso di Carlos di Olivier Assayas, film-fiume (quasi 6 ore) incentrato sulla storia del rivoluzionario venezuelano Ilich Ramirez Sanchez tra gli anni '70 ed '80. Un affresco spettacolare e coinvolgente, oltre che psicologicamente dettagliato, secondo Variety, in cui Assayas dimostra ancora una volta la sua straordinaria bravura. Prodotto per la televisione francese e suddiviso in tre episodi, il film dovrebbe anche uscire al cinema in una versione di due ore e mezza di durata.

giovedì 20 maggio 2010

Love Dame Mirren


E' il primo dei quattro (o cinque!) film starring Dame Helen Mirren in uscita quest'anno. Tratto da una storia vera, in Love Ranch la Mirren interpreta il ruolo di una maitresse che gestisce insieme al marito (Joe Pesci) il primo bordello legalizzato degli Stati Uniti (siamo nel 1971), il Mustang Ranch in Nevada. Dirige il marito dell'attrice Taylor Hackford, autore di Ufficiale e gentiluomo e, soprattutto, del bellissimo L'ultima eclisse. L'uscita è prevista in America per quest'estate (dopo un anno di disavventure distributive) e, anche se non c'è ancora un trailer ufficiale, è stato reso noto il poster che cattura perfettamente l'atmosfera anni settanta sexy ed eccentrica. Tra l'autunno e la stagione natalizia vedremo Helen Mirren anche nel dramma spionistico sul Mossad The Debt di John Madden, nell'atteso The Tempest di Julie Taymor in cui è Prospero in versione femminile e in ruoli di supporto nel noir Brighton Rock tratto da Graham Greene e nella action comedy Red con Willis, Freeman e Malkovich.


Nell'attesa ci si può consolare con l'uscita italiana di The Last Station (28 maggio), presentato al Festival di Roma ad ottobre e già uscito più o meno in tutto il pianeta. Per la sua torreggiante interpretazione della contessa Sophja la Mirren ha ottenuto la sua quarta nomination agli Oscar. Qualcosa mi dice che il prossimo anno arriverà a quota cinque. La mia recensione è al link:
http://best-actress-confidential.blogspot.com/2009/10/last-station.html

martedì 18 maggio 2010

Cannes decolla con Binoche e Bardem


Bertrand Tavernier non convince nessuno con la sua Princess of Montpensier. Piace parecchio A Screaming Man del regista africano Mahamat-Saleh Harou, già autore del premiato Daratt nel 2006. Non delude ma non entusiasma il Takeshi Kitano di Outrage, che segna un ritorno all'action violento e sanguinoso per il maestro nipponico. Fuori concorso diverte il provocatorio Kaboom di Greg Araki con i suoi toni surreali e parodistici mentre contrastanti sono le reazioni per Tamara Drewe di Stephen Frears: uno sguardo sulla campagna inglese fresco, sensuale, cinico ed irriverente per alcuni, spuntato ed inconsistente per altri.

In uscita nelle sale italiane venerdì prossimo, oggi è stato presentato Copia Conforme di Abbas Kiarostami con Juliette Binoche. Per Guy Lodge di incontention.com un capolavoro con una sublime prova d'attrice; per tutti gli altri un esercizio di stile suggestivo ed affascinante. Girato in Toscana, è la storia dell'incontro tra una donna e uno scrittore che ha pubblicato un saggio sul rapporto tra i concetti di originale e copia nell'arte. Si innamorano e decidono di giocare a marito e moglie, ma i confini tra realtà e finzione iniziano a confondersi e il film si trasforma sotto gli occhi degli spettatori in un puzzle ambiguo e carico di interrogativi.


Se finora l'unico serio candidato alla palma d'oro sembrerebbe Another Year di Mike Leigh ( in lizza anche per la miglior attrice Leslie Manville), Biutiful di Inarritu ha suscitato molti consensi e gode di un notevole supporto critico soprattutto per l'interpretazione di Javier Bardem. Qualcuno ha parlato non solo della palma come miglior attore, ma anche di una probabile candidatura ai prossimi Oscar. Per la prima volta orfano dello sceneggiatore Guillermo Arriaga, Inarritu abbandona il mosaico corale delle pellicole precedenti e costruisce il film intorno al protagonista Bardem nel ruolo di un padre malato di cancro costretto ad affrontare tragedie e miserie di ogni tipo. Angoscia e lacrime assicurate.


Sono arrivati sulla croisette anche Michelle Williams e Ryan Gosling interpreti del film indipendente Blue Valentine, drammatica autopsia di un amore. Spero di postare al più presto qualche immagine dei due paparazzatissimi attori. Le voci di corridoio confermano il clamore già suscitato al Sundance: Williams e Gosling sono "devastanti" e il film merita tutta la pubblicità che sta ricevendo. La pellicola è stata acquistata dai fratelli Weinstein ed uscirà in America il 31 dicembre, giusto in tempo per concorrere agli Oscar. Ma credo che, visto l'entusiasmo della critica, l'uscita potrebbe essere anticipata.

E i film italiani? Dopo il successo di Draquila di Sabina Guzzanti (quinto posto al box office questa settimana, davvero un ottimo risultato per un documentario), giovedì sarà la volta di La nostra vita. Dita incrociate per Elio Germano come miglior attore.

Inception poster e trailer


E' il film più atteso dell'anno. Inception di Christopher Nolan esce in America il 16 luglio e in tutto il mondo tra luglio ed agosto. Solo in Italia bisogna aspettare fino al 3 settembre. Per Leonardo Di Caprio un altro grande ruolo, dopo Shutter Island. Molto glamour e scintillante il resto del cast: Marion Cotillard, Ellen Page, Joseph Gordon-Levitt, Cillian Murphy, Michael Caine, Ken Watanabe. Bellissimi i trailer che circolano in rete. Take a look.
http://www.youtube.com/watch?v=SZwNtUe7ynM&feature=related

domenica 16 maggio 2010

Cannes 2010: Stone, Allen e Leigh


Cannes scorre senza grandi entusiasmi: sarà difficile trovare quest'anno capolavori come Un profeta e Il nastro bianco? Dopo che Robin Hood non è stato (del tutto) massacrato dalla critica come sarebbe stato lecito aspettarsi, venerdì scorso è stata la giornata di Wall Street Money Never Sleeps (fuori concorso), accolto piuttosto positivamente. In uscita in America il 24 settembre e in italia il 15 ottobre, il film intrattiene per oltre due ore con una trama, a quanto pare, complessa, gonfia di filoni e personaggi a volte non pienamente sviluppati (come scrive IndieWire). Ma diverte e tiene incollati alla poltrona nella sua spirale di avidità e perfidia anche grazie al cast all stars: Michael Douglas, Shia Labeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan e Susan Sarandon (che sembra ricalchi il ruolo di Amabili Resti...). Gelido invece Guy Lodge di Incontention, secondo cui il film ricicla il plot del primo episodio aggiornandolo 23 anni dopo ed è terribilmente appesantito da facili simbolismi visivi (oltre ad avere uno sguardo disinteressato sui personaggi femminili, lasciati privi di coerenza/credibilità psicologica).


Josh Brolin è il protagonista anche dell'ultimo film di Woody Allen You Will Meet A Tall Dark Stranger, assieme a Naomi Watts (il 2010 si prospetta un grande anno per lei: è protagonista anche di Mother and Child e Fair Game), Anthony Hopkins e Javier Bardem. Reazioni della critica? Nessuno si azzarda ormai a stroncare Woody Allen, ci si mantiene su posizioni di rispetto e cortesia che nascondono freddezza e disappunto: un Allen "di servizio" (Hollywood Reporter) con un Josh Brolin poco convincente nel ruolo di intellettuale nevrotico (alla Woody Allen), uno stile che ritorna alla coralità delle opere di fine anni '80 (Vanity Fair) e un plot che si diverte a giocare con i personaggi ma non riesce a renderli attraenti per il pubblico. Quanto a Naomi Watts, aspettiamo di vederla in Fair Game: voci di corridoio dicono sia la performance della sua carriera.


Infine ieri è stato accolto da una calorosa ovazione Another Year di Mike Leigh (La felicità porta fortuna) che si candida alla palma d'oro per il miglior film e la strepitosa interpretazione femminile di Leslie Manville (nel cast anche Jim Broadbent e Imelda Staunton). Tra farsa, dramma e satira sociale, con meravigliosi momenti comici e un'inarrestabile malinconia, un'altra umanissima commedia familiare imperdibile per l'autore di Segreti e bugie.

giovedì 13 maggio 2010

Waiting for Viggo


Dopo la cocente delusione del Robin Hood di Ridley Scott (domani il mio commento) ed in attesa di Bright Star di Jane Campion il prossimo mese, tutta la mia attenzione è concentrata sul ritorno di Viggo Mortensen dal 28 maggio sugli schermi con The Road, cupo dramma post-apocalittico tratto dal romanzo di Cormac McCarthy. Meraviglioso Aragorn nella trilogia del Signore degli Anelli ed interprete dalla profondità abissale per Cronenberg nei capolavori A History of Violence e La promessa dell'assassino, Mortensen è probabilmente l'attore più misterioso, inafferrabile, mistico e carnale in circolazione. Il film è rimasto a lungo senza distribuzione perché troppo grigio, pessimista e disperato. Tra gli altri interpreti Charlize Theron e Robert Duvall. Un appuntamento imperdibile per annegare ancora una volta nello sguardo indecifrabile ed intenso di un attore sublime.

giovedì 29 aprile 2010

"You Don't Know Jack": Al Pacino e il diritto di morire


Prodotto dalla HBO e diretto da Barry Levinson, You don't know Jack è andato in onda negli USA sabato 24 aprile e già si parla di nomination ai prossimi Emmy per il suo protagonista, il grandissimo Al Pacino. L'attore ha già vinto un Golden Globe e un Emmy award come attore drammatico di una miniserie televisiva per Angels in America nel 2003, e una nuova valanga di premi potrebbe arrivare per la sua interpretazione di Jack Kevorkian nel nuovo biopic HBO.
Noto anche come Dottor Morte, Kevorkian ha praticato l'eutanasia su oltre 130 pazienti affetti da patologie allo stato terminale, sostenendo il diritto di ogni paziente a morire attraverso il suicidio assistito. Dopo aver scontato otto anni di carcere con l'accusa di omicidio di secondo grado, è stato rilasciato nel 2007 per buona condotta.


Tra gli altri interpreti del film, accolto dall'entusiasmo generale della critica statunitense, anche Susan Sarandon e John Goodman. Chissà perché ma ho la sensazione che, con un soggetto del genere, non vedremo mai questo film in Italia...

giovedì 15 aprile 2010

Robin Hood a Cannes


E' ufficiale: Robin Hood di Ridley Scott aprirà il prossimo Festivale di Cannes. Il mio entusiasmo non è tanto per l'ennesima trasposizione cinematografica della leggenda del ladro gentiluomo (o per l'ennesima collaborazione tra il regista inglese e la sua scontrosa musa, Russell Crowe) ma per il ritorno sullo schermo di Cate Blanchett a due anni di distanza da Benjamin Button e dopo i trionfi teatrali di Un tram che si chiama desiderio. Subito dopo la presentazione a Cannes il film uscirà in tutto il mondo, quindi l'attesa è ormai agli sgoccioli.



E' stato annunciato anche il programma semi-ufficiale del festival. Mancano tre o quattro posizioni da riempire e chissà che la selezione non ci riservi ancora qualche sorpresa. Per il momento pare che l'attesissimo The Tree of Life di Terrence Malick (con Brad Pitt, Sean Penn e Fiona Shaw) non sia ancora pronto, ma anche Inception di Christopher Nolan (con Leo DiCaprio, Joseph Gordon-Levitt e Marion Cotillard) e Miral di Julian Schnabel (con Willem Dafoe e Freida Pinto) non figurano nel programma.

Tra i titoli in concorso c'è grande fermento per Another Year, nuovo film di Mike Leigh, Biutiful di Alejandro Gonzàles Inarritu (con Javier Bardem), Burnt by the sun 2 di Nikita Mikhalkov, Fair Game di Doug Liman con Naomi Watts e Sean Penn, Outrage di Takeshi Kitano e The Princess of Montpensier di Tavernier. Unico titolo italiano in concorso La nostra vita di Daniele Luchetti.

Nella sezione Un Certain Regard spazio, tra gli altri, all'immarcescibile Manoel de Oliveira con Angelica e a Blue Valentine di Derek Cianfrance con la coppia Michelle Williams e Ryan Gosling, già applauditissimi al Sundance. Fuori concorso, oltre al blockbuster di Ridley Scott, anche il nuovo Woody Allen You Will Meet a Tall Dark Stranger (con Naomi Watts, Anthony Hopkins e Josh Brolin), Wall Street 2 di Oliver Stone e Tamara Drewe di Stephen Frears con Gemma Arterton.

Altre news ed info su Cannes nei prossimi giorni.
La giuria del concorso è composta da Tim Burton (presidente), Giovanna Mezzogiorno, Kate Beckinsale, Emmanuel Carrere, Benicio del Toro, Victor Erice e Shekar Kapur. Presidente della giuria della sezione Un Certain Regard è Claire Denis, mentre Atom Egoyan guida la giuria di Cinefondation.

sabato 10 aprile 2010

Poster e trailer per "The Kids Are All Right"


La Focus Features ha reso noti il poster e il trailer della gay dramedy sensation The Kids Are All Right, dei cui trionfi al Sundance e a Berlino ho già ampiamente parlato. Se non è ancora chiaro, muoio dalla voglia di vedere questo film. L'accoppiata Annette Bening e Julianne Moore rischia di avere lo stesso effetto esplosivo (in termini di iconografia femminista) di Susan Sarandon e Geena Davis in Thelma & Louise.


Guy Lodge del sito Incontention scrive che il film della Cholodenko rappresenta un intelligente passo in avanti nel campo delle politiche sessuali e vanta la migliore performance di Julianne Moore da otto anni a questa parte.
A questo link trovate il trailer del film:

Appuntamento nei cinema americani il 7 luglio. La Focus deve pianificare una buona campagna promozionale se vorrà che l'onda lunga del film giunga fino a dicembre in zona nominations all'Oscar.

sabato 3 aprile 2010

La vendetta di Renée


Tremate tremate, Renée è tornata. Non me ne vogliano i fan dell'attrice texana (dopotutto lo sono stato anche io: in Nurse Betty, Chicago e Down With Love è deliziosa) ma, riguardando Cold Mountain a distanza di sette anni dall'Oscar, la sua interpretazione della rustica Ruby fa venire la pelle d'oca (e non in senso buono...). Ebbene sì, Renée Zellweger si trova casualmente ad avere un Oscar in tasca solo perché l'anno prima l'Academy premiò per Chicago Catherine Zeta-Jones (piuttosto che Julianne Moore per The Hours...) e lasciò invece a bocca asciutta (e con broncio alquanto contrariato) la Roxie Foxie Hart di Renee.
Ora Renée torna per vendicarsi delle malelingue e per smentire la maledizione secondo cui l'Oscar le ha portato sfiga (a parte il secondo capitolo di Bridget Jones, non ha fatto che infilare un fiasco dietro l'altro) e torna con un film che sin dal trailer sembra urlare: datemi una seconda statuetta!!!


Non ha ancora un distributore americano ed esce in anteprima mondiale in Francia il prossimo 7 aprile: stiamo parlando di My Own Love Song, road movie diretto da Olivier Dahan (regista de La vie en rose) con Renee nel ruolo di una cantante country su una sedia a rotelle (!), Forest Withaker e Nick Nolte. Dobbiamo aspettarci una specie di Crazy Heart in versione femminile con molto più patetismo e overacting? Per di più Renée torna a cantare e i brani sono firmati nientemeno che da Bob Dylan: una candidatura per best song è quasi assicurata solo per il pedigree dell'autore. Date un'occhiata al trailer (lunghissimo, praticamente racconta tutto il film).
http://www.youtube.com/watch?v=mzroE0WPmV0

E questo è un breve estratto dal film: Renée glorificata da un primissimo piano (allarme Oscar clip!) mentre canta con gli occhioni da cerbiatta gonfi di emozione.

http://www.youtube.com/watch?v=uMkdeVYV5K0

Molta piatta e forzata la vocalità country. Ma bella l'espressione... appena smette di cantare. Quanto all'overacting di Withaker... si salvi chi può. Speriamo che l'Academy non si lasci imbambolare da questa ed altre performance (leggi la nuova Hilary Swank in arrivo): ci sono Annette Bening e Julianne Moore da premiare quest'anno.

venerdì 2 aprile 2010

The sheltering has begun....



... he will find you.

Esce l'8 aprile nel Regno Unito Shelter, il thriller demoniaco con Julianne Moore e Jonathan Rhys Meyers. La domanda è: aspettare che esca anche da noi (...) o prendere un volo Ryan Air ed andare a vederlo a Londra? Juli ha confessato che adora il thriller sovrannaturale e che uno dei suoi film preferiti è Rosemary's Baby di Polanski. Quindi dovrebbe essersi sentita a casa tra le fosche e terrificanti atmosfere di Shelter. Date un'occhiata al trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=oH5tPbV8qzo&feature=PlayList&p=F6B4033D0EB5A3E2&playnext_from=PL&playnext=1&index=20

Domanda numero 2: Julianne Moore e il thriller? Non le sono bastati Hannibal, Il colore del crimine e l'inguardabile Next con un altrettanto inguardabile Nicholas Cage capellone? Juli action heroine davvero non funziona, quindi speriamo bene...

Molto meglio la Moore declinata nella variante thriller psico-erotico. Chloe ha fatto un'apparizione fugace nelle sale italiane, ma Julianne è sensazionale. Per la cronaca il sofisticato film di Egoyan è uscito in America in distribuzione limitata venerdì 26 marzo: critica non proprio favorevole (51% di recensioni positive su rottentomatoes...) ma consensi dappertutto per la prova della Moore (e della Seyfried), definita fearless e terrific.

lunedì 29 marzo 2010

Jim Carrey e Ewan McGregor coppia gay per Pasqua


Presentato al Sundance e a Cannes lo scorso anno I love you Philip Morris di Ficarra&Requa, bizzarra commedia omo con la coppia Jim Carrey - Ewan Mcgregor, esce finalmente in Italia il prossimo week end. Stoltamente ribattezzato dalla distribuzione italiana Colpo di fulmine - Il mago della truffa, il film è stato debitamente (e scandalosamente) ripulito dalle scene più hot tra i due coraggiosissimi protagonisti. Gli stessi tagli erano già stati effettuati per la distribuzione internazionale. Ovviamente il titolo italiano tende a sviare il pubblico vendendo l'aspetto comico del film, piuttosto che quello rocambolescamente romantico e gay. Nonostante questo, Colpo di fulmine resta l'uscita più interessante del week end pasquale e ci restituisce un Jim Carrey in grandissima forma.

Altri titoli interessanti delle feste sono Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, gioiellino francese d'annata, e l'apprezzato film d'animazione in 3D Dragon Trainer, già balzato in vetta al box office ma con risultati inferiori alle aspettative. Evitare accuratamente Daddy Sitter, terribile, imbarazzante commedia con le vecchie glorie John Travolta e Robin Williams. E per chi non può fare a meno del cinema italiano, se avete già visto Mine Vaganti, c'è sempre Happy Family di Salvatores.
Più interessanti le uscite post-Pasqua, con il ritorno di Roman Polanski e il thriller L'Uomo nell'ombra, il cartoon in stop motion Fantastic Mr Fox, The Messanger e Agorà.

Eat Pray and Love Julia


Esce il 13 agosto in America (da noi ad ottobre) l'adattamento cinematografico del bestseller Eat Pray Love di Elizabeth Gilbert, la storia di una donna che, dopo il divorzio, intraprende un viaggio alla ricerca di se stessa in tre le tappe: Italia (eat), India (pray) e Bali (love). Al di là del rischio di scivolare in una filosofia new age a buon mercato, non so se è più preoccupante lo schematismo di fondo (prepariamoci alla solita galleria di stereotipi sull'Italia) o il fatto che la storia sia biografica. La regia affidata al Ryan Murphy di Correndo con le forbici in mano (e Nip & Tuck) dovrebbe tenere a freno il grondante sentimentalismo in agguato, ma l'unico motivo per andare a vedere Eat Pray Love è Julia Roberts, in un ruolo a tutto tondo che dovrebbe permetterle di passare dalla commedia al dramma al romance come non le capita ormai da (troppo) tempo. Dopo il parziale fiasco di Duplicity, Julia potrebbe tornare a reclamare il ruolo di regina della commedia romantica scippatole negli ultimi anni da Sandra Bullock. E se lo merita. A parte il magico sorriso e l'insolita bellezza che ha il sapore del cinema da qualsiasi lato la si guardi, Julia è anche brava: rivedere (almeno) le sue performance in Erin Brockovic, Closer e Mary Reilly.
http://www.youtube.com/watch?v=iZzmqHJ0gPU

giovedì 25 marzo 2010

Glenn Close torna al cinema


Mentre la terza serie di Damages riscuote un successo (di critica) strepitoso in America (confermo: la prima puntata è davvero mozzafiato) arriva la notizia che Glenn Close tornerà al cinema in un ruolo che profuma di Oscar. Si tratta dell'adattamento cinematografico del dramma The Singular Life of Albert Nobbs, storia di una donna che nella Dublino del XIX secolo si finge uomo per sopravvivere e lavorare come maggiordomo in un hotel di lusso. La Close, che ha già interpretato questo ruolo a teatro vincendo un Obie Award nel 1982, sarà anche sceneggiatrice e produttrice. Dietro la macchina da presa Rodrigo Garcia, che ha diretto l'attrice in Le cose che so di lei e 9 vite di donna. L'inizio delle riprese è previsto per luglio.


Ha vinto tutto Glenn Close: tre Tony Awards (The Real Thing, La morte e la fanciulla, Sunset Boulevard), un Obie (Albert Nobbs), tre Emmys (Serving in Silence, Damages 1 e 2) due Golden Globes (The Lion in Winter, Damages 1) e un Screen Actor Guild (The Lion in Winter). Tutto tranne l'Oscar. Qualche anno fa si era parlato di un'adattamento per il grande schermo del musical Sunset Boulevard: per il ruolo di Norma Desmond si era fatto il nome di Glenn Close e Barbra Streisand. Ma il progetto è stato abbandonato. Dopo i trionfi di Damages, Albert Nobbs potrebbe essere finalmente l'occasione giusta per tornare in gara agli Oscar: se la Close riesce a strappare la sua sesta candidatura è fatta. Patty Hewes non perde mai.

domenica 21 marzo 2010

Mikado distribuisce "Agorà"


Il più grande sforzo produttivo nella storia del cinema spagnolo (50 milioni di euro di budget) e campione d'incasso in patria nel 2009 con oltre 20 milioni di euro al botteghino. Dopo la presentazione a Cannes lo scorso maggio e le pressioni per impedirne l'uscita in Italia da parte dell'Osservatorio Religioso secondo cui il film rafforzerebbe "falsi cliché sulla chiesa cattolica" e promuoverebbe "l'odio verso i cristiani", Agorà di Alejandro Amenabar è stato avventurosamente acquistato da Mikado e sarà distribuito da venerdì 30 aprile.


La ragione per cui Agorà faccia tanta paura alla chiesa è facile intuirla: la storia di Ipazia di Alessandria (Rachel Weisz), astronoma e filosofa trucidata dai cristiani nel 415 d.c., è uno dei capitoli più oscuri ed ignobili della storia del cristianesimo nella sua folle rincorsa a consolidare il potere (politico). Il fatto che questo film abbia finalmente trovato una strada per circolare anche in Italia è di per sé una vittoria.


Questi sono solo alcuni dei bellissimi poster realizzati per il lancio promozionale.
Ancora incerta la distribuzione americana. L'accoglienza a Cannes è stata positiva ma non entusiastica ma, al di là del coté da kolossal hollywoodiano, onore ad Amenabar per aver avuto il coraggio di portare sullo schermo la vita di questa misconosciuta paladina della libertà del pensiero scientifico contro l'oscurantismo religioso. Senza contare che la presenza di Rachel Weisz dovrebbe assicurare al dramma storico un fulcro umano di palpitante intensità.

Gekko a Cannes?


In attesa che Solitary Man sia distribuito il 7 maggio in America (le voci a Toronto parlavano di un vero tour de force recitativo), Michael Douglas torna a vestire i panni dello spietato broker Gordon Gekko nel seguito di Wall Street, film del 1987 sugli squali del mondo della finanza che gli valse l'Oscar come attore protagonista. Davanti alla macchina da presa di Oliver Stone un cast all star, formato dagli astri nascenti Shia LaBeouf e Carey Mullgan, e dai veterani Susan Sarandon, Josh Brolin, Frank Langella, Charlie Sheen. Si annuncia un grande anno per Douglas, dopo un periodo di appannamento (dovuto all'ingombrante ambizione della moglie Zeta-Jones?): Wall Street 2 - Money Never Sleeps sarebbe dovuto uscire ad aprile in tutto il mondo, ma la Fox ha pensato bene di rimandare l'uscita al 24 settembre e di puntare su un passaggio al prossimo Festival di Cannes. Speriamo che Stone abbia rinunciato alla pomposa grandeur di Alexander e World Trade Center ed abbia ritrovato lo smalto, la cattiveria e l'asciuttezza degli anni '80.

domenica 14 marzo 2010

First look at Oscar 2010: chi vincerà come migliore attrice?


Sipario calato sugli Oscar 2009. A giochi fatti, i pronostici della vigilia sono stati ampiamente rispettati, tra conferme e (cocenti) delusioni. Per fortuna non è mai troppo presto per voltare pagina ed iniziare a dare uno sguardo alle possibili contendenti alla statuetta di migliore attrice per il prossimo anno.

Al Sundance sono state viste alcune performance su cui c'è già oscar buzz (non dimentichiamo che le voci di una probabile candidatura per Carey Mulligan e Gabby Sidibe partirono proprio dal Sundance): sto parlando naturalmente di Annette Bening e Julianne Moore, lesbo-mamme in The Kids are all rigt. Il film è una commedia (o un dramedy, come è stato definito) e la Focus Features ha pianificato un'uscita estiva, elementi che giocano a sfavore in vista di una campagna per gli Oscar. Ma le due attrici sono entrambe eccellenti, non hanno mai vinto e pare che si dividano perfettamente la scena. In che modo la Focus deciderà di promuoverle per gli Oscar? Bening e Moore saranno sostenute entrambe come attrici protagoniste alla Thelma & Louise o, per evitare la concorrenza interna e la divisione dei voti, una delle due sarà pubblicizzata come non protagonista?


Annette Bening ha un altro film importante in uscita il 7 maggio, Mother and Child, di Rodrigo Garcia. Anche se l'accoglienza sia a Toronto che al Sundance è stata piuttosto fredda, i critici hanno elogiato il terzetto di interpreti: Bening, Watts e Samuel L. Jackson. La Bening potrebbe essere candidata come protagonista (di conseguenza sarebbe lei a slittare nella categoria supporting per The Kids) e Naomi Watts come non protagonista (e sarebbe la sua seconda nomination dopo quella per 21 Grammi nel 2003 e l'incredibile snub per Mulholland Drive). Anche in questo caso, l'uscita primaverile potrebbe giocare a sfavore: i membri dell'Academy hanno la memoria corta...


Le altre due performance che hanno sollevato applausi scroscianti e voci di nominations al Sundance sono quelle di Jennifer Lawrence (già vista in The Burning Plain) per Winter's Bone e Michelle Williams per Blue Valentine. Soprattutto per la Lawrence si parla di uno star-making turn impossibile da ignorare. La strategia distributiva sarà ad ogni modo determinante.


Un paio di altri titoli in uscita non prima dell'auGrassettotunno hanno superato i primi screen text facendo già parlare di candidature all'Oscar per le sue interpreti. Hilary Swank (l'attrice più sopravvalutata della storia) potrebbe tornare vendicativa dopo il fiasco clamoroso di Amelia e strappare una terza nomination per Betty Anne Waters, storia di una working mother che comincia a studiare legge per poter difendere il fratello ingiustamente accusato di omicidio. Sarebbe un incubo: la Swank che vince il suo terzo Oscar è mille volte peggio della Bullock che ne vince uno. L'altro film già passato attraverso i temibili screen text è Love and Other Drugs di Edward Zwick con Anne Hathaway e Jake Gyllenhaal. A due anni di distanza da Rachel Getting Married il film potrebbe segnare il ritorno agli Oscar per la Hathaway nel ruolo di una donna colpita dal morbo di Parkinson.


Dopo una sfortunatissima sequenza di titoli rivelatisi sonori flop (la sua ultima interpretazione davvero bella risale al 2007 con Il matrimonio di mia sorella) Nicole Kidman dovrebbe tornare a risplendere nelle mani di James Cameron Mitchell (Shortbus, Hedwig) come protagonista dell'atteso Rabbit Hole. In coppia con Aaron Eckart, Kidman promette scintille. Altro film d'autore di cui si fa già un gran parlare è Black Swan dell'acclamato Darren Aronofski: Nathalie Portman (e chissà, magari anche Winona Ryder come non protagonista) potrebbe essere una probabile contendente alla statuetta di migliore attrice se il film dovesse confermare le attese.


Qualcuno sostiene che Carey Mulligan potrebbe già avere delle buone chance con Never Let Me Go, uno dei suoi film in uscita quest'anno. Ma mi sembra troppo presto, a meno che la performance non si riveli davvero eccellente. Molto più agguerrita è Helen Mirren con quattro titoli in uscita: The Debt di John Madden, The Tempest di Julie Taymor (rielaborazione de La Tempesta di Shakespeare in cui è un'ipnotica Prospera), Love Ranch diretto dal marito Taylor Hackford e Brighton Rock (con la Mulligan). C'è di che pentirsi per averla nominata nel 2009 per The Last Station. Le probabilità che torni in gara anche il prossimo anno sono molto altissime.

E ancora Tilda Swinton per Io sono l'amore e We Need To Talk About Kevin (se dovesse essere pronto in tempo), Keira Knigthley per London Boulevard, Diane Lane per Secretariat, Robin Wright Penn per The Conspirator, Naomi Watts per Fair Game o You Will Meet a Tall Dark Stranger (nuovo film di Woody Allen), Renee Zellweger per My Own Love Song, Marisa Tomei per Cyrus.

Tra le non protagoniste Marion Cotillard per l'attesissimo Inception di Christopher Nolan e Amy Adams per The Fighter sembrano avere già la strada spianata. Ma aspettiamoci una stagione ricca di sorprese, una su tutte Juliette Lewis, che potrebbe tornare alla ribalta con tre film in uscita.

E Meryl Streep? The Ice at the Bottom of the World con Charlize Theron è indicato come in production su imdb, ma potrebbe non essere pronto per la fine dell'anno. Una corsa per gli Oscar senza la Streep? Che noia.

martedì 9 marzo 2010

Primavera a 60 anni


La Meryl Streep-Renaissance, florida stagione di leggerezza e comicità iniziata nel 2006 con Il diavolo veste Prada (ma si potrebbe rintracciare l'inizio di questa primavera già ne Il ladro di orchidee - Adaptation del 2002), continua senza cenni di appannamento con E' complicato, scintillante sophisticated comedy in uscita il 19 marzo. Tra qualche decennio, quando la Streep sarà definitivamente passata alla storia come la più grande attrice di tutti i tempi, questa stagione verrà studiata come il Secondo Rinascimento Comico dell'attrice americana. Per ragioni di sintesi, infatti, si ricorda Il diavolo veste Prada come il film del "passaggio alla commedia" dopo tre decenni di drammi, ma in realtà la Streep aveva già conosciuto (con minore successo) una stagione comica a cavallo fra gli anni '80 e i '90, con film come She Devil e La morte ti fa bella.

Solo adesso, però, l'attrice sembra fare sul serio. Cioè, sembra divertirsi sul serio. Sarà la maturità raggiunta e la gioia dei suoi 60 anni, ma Meryl Streep non è mai stata così bella, sexy e frizzante come in quest'ultimo periodo. E' un piacere guardarla e la sua performance in E' complicato è un'altra imperdibile occasione per vederla all'opera in pieno funny-silly-sexy mood. Tornerò sul film di Nancy Meyers a ridosso dell'uscita nelle sale. Quello che mi preme sottolineare è che si tratta di una performance dello stesso (altissimo) livello di Julie & Julia. Meryl avrebbe potuto essere candidata indifferentemente per l'uno o per l'altro film. E' stupenda in entrambi. In E' complicato è addirittura protagonista assoluta, mentre nel film di Nora Ephron divideva la scena con Amy Adams. La nomination è arrivata per il ruolo di Julia Child perché l'Academy adora premiare il fattore biopic about real people e Meryl è imbattibile quando trasforma voce e corpo per diventare un'altra persona. Ma, se vogliamo, in E' complicato ha modo di sfruttare un range emotivo addirittura più ampio e sfaccettato.

Ok, taglio corto, ma avete già capito dove voglio arrivare. Non è complicato. E' semplicemente assurdo che sia stata di nuovo sconfitta agli Oscar. E resterò di questa idea fino a quando non vedrò Sandra Bullock in The Blind Side.

giovedì 18 febbraio 2010

Scorsese & DiCaprio, perfect match





8 febbraio 2010, Hotel Hassler, Roma. La folla è quella delle grandi occasioni: Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio presentano alla stampa italiana Shutter Island, 6 giorni prima della proiezione al Festival di Berlino. Nonostante l'emozione di trovarmi di fronte al più grande regista vivente, sono riuscito a scattare qualche foto decente (anche se nelle foto 3 e 4 Martin sembra vittima di una delle allucinazioni del film!).
Trovate tutto sulla conferenza stampa al link: