venerdì 29 gennaio 2010

Tennessee Williams e i percorsi del desiderio negato


Grande drammaturgo statunitense della metà del secolo scorso, Tennessee Williams è stato uno dei primi autori a sdoganare in teatro la tematica omosessuale. Ambientate nel sud degli Stati Uniti all’epoca della grande depressione, le sue opere raccontano storie di innocenze perdute, sogni infranti, destini di follia e morte, tragiche parabole di decadenza e corruzione, favole tristi di ragazzi e ragazze dalle vite interrotte per colpa di fagocitanti genitori-virago (siano essi madri o padri). Ma soprattutto il suo teatro racconta i tortuosi percorsi di un desiderio affettivo e sessuale che, negato da se stessi e dalla società, resta inespresso, ma è sempre lì, che preme dal fondo per emergere. Omosessuale egli stesso, eccentrico, sensibilissimo e tormentato, incapace di accettare fino in fondo il suo orientamento, Williams “nascondeva” ed esprimeva se stesso nei suoi personaggi. Un corpus teatrale dalla forza e dal coraggio devastanti, dallo stile elegiaco ma anche violentemente realistico, spesso accusato di ridondanza ma profondamente radicato nello spirito della sua epoca, di cui ne rifletteva pienamente la cultura omofoba e repressiva.


Cinema e censura
Dalle sue opere teatrali sono stati tratti alcuni fra i film più celebri della Hollywood anni '50 e '60. Imperdibili occasioni per i grandi attori americani (Elizabeth Taylor, Paul Newman, Marlon Brando, Katharine Hepburn, Nathalie Wood, Geraldine Page, Richard Burton solo per citarne alcuni) di misurarsi con i personaggi dell'universo williamsiano, psicologicamente complessi e stratificati, questi film furono spesso oggetto da parte della censura di modifiche e tagli rispetto alle versioni teatrali. I riferimenti all'omosessualità dei personaggi dovevano essere eliminati, così come la violenza di alcuni passaggi doveva essere ammorbidita nelle implicazioni più crude. In questa operazione di alleggerimento e sfrondamento del testo dagli elementi più controversi, anziché perdere spessore, i film aquistavano spesso fascino e una sottile, perversa ambiguità. Altre volte i sottotesti risultavano fin troppo semplificati e banalizzati; eppure, messi a confronto con le piéce originali e alla luce della loro storia produttiva, questi film sono oggi una limpida espressione della difficoltà quando non della impossibilità per il desiderio (in qualunque forma, luogo, epoca) di trovare una via d’uscita, quando è schiacciato e messo a tacere da ogni direzione.


Il magazine online http://www.loudvision.it/ inizia da questa settimana a pubblicare la mia retrospettiva sul cinema di Tennessee Williams: da Un tram che si chiama desiderio a La gatta sul tetto che scotta, passando per Improvvisamente l’estate scorsa fino a Questa ragazza è di tutti. Di seguito trovate il link del primo articolo:
Buona lettura.

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