mercoledì 13 gennaio 2010

Nine press conference


13 gennaio 2010, Hotel Regis, Roma. Penelope Cruz, Sophia Loren e Marion Cotillard, accompagnate dal regista Rob Marshall, brillano davanti ai nostri occhi di comuni mortali/squattrinati giornalisti in rappresentanza del cast più stellare di tutti i tempi. E di uno dei fiaschi (commerciali, intendiamoci) più clamorosi del cinema degli ultimi anni (budget da 80 milioni di dollari, incassi inferiori ai 20). Era stato annunciato anche l'arrivo di Daniel Day-Lewis, ma l'attore inglese, ahimè, non si è visto. A casa invece Nicole Kidman, Judi Dench, Kate Hudson e Fergie. Sarebbe stato chiedere troppo. Prime file della Sala Ritz occupate dagli attori italiani che hanno partecipato al film in ruoli secondari, tra cui Martina Stella, Roberto Citran, Monica Scattini e altri. Padrone di casa e arbitro del match l'inossidabile Vincenzo Mollica. L'entusiasmo per la presenza delle star, soprattutto della Loren, fa passare in secondo piano la perplessità e l'insoddisfazione palpabili in sala al termine della visione.

Per chi non lo sapesse (ed in sala erano molti, dato che il commento più frequente era che il film non parlasse di Federico Fellini come ci si aspettava), Nine è l'adattamento cinematografico di un musical di Broadway scritto da Maury Yeston ed ispirato ad 8 e 1/2 di Federico Fellini. Non è quindi un film su Fellini. Fellini non concesse i diritti cinematografici e Yeston dovette cambiare il titolo. Andato in scena per la prima volta nel 1982 con Raul Julia nel ruolo di Guido Contini, vinse 5 Tony Awards ed è stato ripreso con successo nel 2003 in un nuovo adattamento con Antonio Banderas e Jane Krakowski.

Signor Marshall, dopo CGrassettohicago un altro musical, Nine. Ha voluto rendere omaggio al cinema italiano e all'arte di Fellini?
Volevo fare qualcosa di diverso da Chicago. Nine era sulla carta un progetto di grande intrattenimento con performance straordinarie ma anche una storia ricca e profonda sul mondo del cinema e sul processo di creazione dei film. Vorrei precisare che non è un remake di 8 e 1/2: un capolavoro come il film di Fellini non può essere rifatto. Il mio film è tratto dal musical di Broadway che a sua volta era liberamente ispirato ad 8 e 1/2. Come Pigmalione diventa My Fair Lady, così 8 e 1/2 è la fonte che ha ispirato Nine.

Penelope Cruz, come ha lavorato per creare il personaggio di Carla, l'amante del protagonista?
Ero molto incuriosita da lei: il suo essere posseduta dalla passione per quest'uomo, come perde sé stessa per lui, come il suo mondo la rende speciale. Avevo visto il personaggio di Carla a Broadway e la Carla interpretata da Sandra Milo, ma quello che mi ha ispirato di più sono state alcune dichiarazioni di Sandra sul suo rapporto con Fellini.


Trovare questo materiale è stato come trovare un gioiello. Per me era importante capire cosa faceva Carla quando era da sola in albergo e si preparava per lui senza sapere quando e se sarebbe arrivato.

Marion Cotillard, può raccontarci il suo personaggio, la moglie del regista Guido Contini?
La mia fonte di ispirazione è stata ovviamente Giulietta Masina. Ho cercato di leggere il più possibile su di lei per capire il rapporto che aveva con Fellini e il ruolo che ricopriva nella sua vita. Tempo prima avevo anche visto un documentario sulla creazione di Apocalipse Now realizzato dalla moglie di Francis Ford Coppola in cui è evidente quanto lei vivesse nella sua ombra ma anche quanto fosse importante per lui. Tutto ciò mi ha aiutato a capire quanto sia difficile e complesso amare un uomo che vive sempre in una sfera creativa.


Signora Loren, lei ha sempre avuto una passione per il musical. Finalmente è riuscita a farne uno!
Quando Rob mi ha scelto per il ruolo della madre di Contini sono stata molto felice perché era nei mei sogni di attrice italiana fare un musical come quelli che vedevo da bambina con Betty Grable e Carmen Miranda. Dissi subito di sì senza neanche sapere quello che dovevo fare! Mi sono buttata con gioia nel progetto. Rob è un regista meraviglioso, ho amato moltissimo Chicago e il film mi dava la possibilità di essere la madre di un grandissimo attore come Daniel Day-Lewis. Per quanto riguarda il ruolo, devo dire che quando un'attrice come me non è una cantante né una ballerina deve fare uno sforzo in più per dare tutto quello che può ed essere all'altezza degli standard amaericani.


Marshall, lei fa vedere degli stereotipi dell'Italia. E' proprio questa l'immagine che avete del nostro paese all'estero?
Il film è ambientato a Roma nel 1965. Adoro quel periodo, lo trovo estremamente affascinante. L'obiettivo principale era quello di cogliere ed afferrare la bellezza di un'epoca così chic, elegante ed incredibilmente ricca. E' stato bellissimo girare a Piazza del Popolo insieme a Sophia Loren e agli altri attori e cercare di ricreare un'atmosfera tipo La dolce vita.

Signora Loren, quali ricordi le sono scaturiti mentre girava Nine?
Tanti ricordi legati a Federico, Giulietta Masina... ma sono anche passati tanti anni. In realtà io non sono mai appartenuta al cinema di Fellini. Io e mio marito (il produttore Carlo Ponti) abbiamo cercato di fare un film con Fellini regista e me come attrice. Purtroppo a volte cose bellissime che si possono fare non si realizzano per motivi commerciali. Trovare il modo di avvicinarmi adesso al mondo di Fellini attraverso una produzione americana è stata una cosa molto commovente e molto bella.

Marshall, cosa rappresenta per lei Fellini?
Fellini è il Maestro dei Maestri. Il passaggio continuo tra la realtà, la fantasia e la memoria è il nucleo più importante del suo lavoro ed questo il motivo per cui è stato molto bello lavorare su un materiale ispirato alle sue opere e aver cercato di trasporre questo materiale in un musical. E' proprio questa fluidità che consente ad un musical di avere successo. La possibilità per me di toccare ed utilizzare quest'opera come fonte di ispirazione è stato un grandissimo onore.

Penelope Cruz e Marion Cotillard: cosa potete dirci rispetto al duello fra i vostri personaggi, entrambi innamorati dello stesso uomo?
Cotillard: Luisa ama Guido ma prova anche rabbia perché lui la tradisce. Nei confronti di Carla prova quasi un senso di pietà ed in fondo la capisce. Non voglio dire che le piaccia, è un rapporto complesso. Quello che non capisce è perché Guido menta ad entrambe e le tratti così. C'era una scena che è stata tagliata dal montaggio finale: quando Guido riceve la telefonata dalla pensione è Luisa che gli dice di andare da Carla. Questa scena spiega benissimo i suoi sentimenti. Luisa vuole bene alle persone ed in un certo senso si preoccupa di Carla.

Cruz: Carla è una specialista nel mettersi sempre al secondo, terzo o quarto posto. Qualunque sia la posizione è come se si sia abituata a rappresentare un disturbo per gli altri. Non è certo contenta di essere un elemento che contribuisce ad aumentare la sofferenza di Luisa o la confusione di Guido. Sa benissimo che Luisa sa di lei e della relazione con Guido, ma d'altro canto non riesce a staccarsi da quest'uomo e a tagliare questo legame. Non ha una forza sufficiente per rinunciare a questa droga.


Marshall, come avete concepito il lavoro con Day-Lewis sul suo personaggio? In alcuni momenti lo vediamo camminare come Fellini, un po' curvo ed incassato nelle spalle.
Daniel è uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Ha un modo per entrare nel personaggio, lo vive, lo abita, ci si tuffa e le cose vengono poi spontaneamente. A volte questo metodo può risultare fastidioso o dare i brividi ma ha aiutato tutti sul set facendoci percepire la verità del personaggio. Daniel ha fatto tanta ricerca su Fellini ma non ha semplicemente applicato a sé stesso il materiale raccolto. Immergendosi nel personaggio tutto è venuto fuori in modo naturale.

Marshall, cosa è stato difficile nel trasporre Nine dallo stage allo schermo?
E' stato necessario ripensare tutto a livello concettuale. Abbiamo aggiunto tre nuove canzoni, una delle quali è Guarda la luna, brillantemente interpretata da Sophia Loren (le altre sono Cinema Italiano e Take It All) e un nuovo personaggio femminile, Stephanie, interpretato da Kate Hudson. A Broadway tutto è chiaramente una fantasia del protagonista: c'è solo un uomo in scena e tutte le sue donne intorno. A questo livello della fantasia abbiamo aggiunto elementi della realtà ed altri della memoria. Abbiamo quindi ripensato tutto in termini cinematografici.

Che opinione si è fatto del perché in America il film non sia andato bene in sala?
Per quanto voglia bene a tutti voi in sala, devo dire che come creativo non leggo gli articoli se non raramente. E' l'unico modo per rimanere il più puro possibile.

Signora Loren, che emozione ha provato in quella scena bellissima di sapore felliniano in cui balla con Guido bambino?
Mi sono davvero commossa: il set era bellissimo, centinaia di candele intorno con gli specchi che ne riflettevano la luce. Ho trascorso un momento magico e Rob ce l'ha messa davvero tutta per farlo diventare così.
L'imperturbabile Mollica sancisce la fine della conferenza. In un istante la folla inferocita bramosa di autografi e scatti ravvicinati si accalca al tavolo degli astanti. Ma Penelope, Marion e Sophia si dileguano con grazia e ritornano nell'empireo da dove provengono, lasciando una scia di glamour ed infinita dolcezza (ah, Marion...) con cui poter condire i sogni di noi comuni mortali.

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