sabato 23 gennaio 2010

Julianne e Amanda in Chloe


Accolto tiepidamente allo scorso Festival di Toronto, esce a marzo negli Usa il thriller Chloe del regista canadese Atom Egoyan, maestro delle atmosfere ipnotiche e sospese (Exotica, Il dolce domani, Il viaggio di Felicia). Remake del francese Nathalie (2003) con Fanny Ardant, Emmanuelle Béart e Gerard Depardieu, Chloe è un dramma borghese interpretato da Julianne Moore, Liam Neeson e Amanda Seyfried nel ruolo della bellissima escort che, assunta dalla Moore per spiare il marito in privato, si insinua nella vita dei due distanti, freddi ed infelici coniugi. Erotismo raffinato, ambiguità psicologica e un plot che, a quanto sembra, scivola pericolosamente in un territorio da Attrazione Fatale. Corrono voci di una scena lesbo-bollente tra la Seyfried e la Moore, divinamente votata ai ruoli con implicazioni omosex (nel prossimo The Kids are alright, che sarà presentato il 25 gennaio al Sundance, Julianne fa coppia fissa con Annette Bening, madri di due bambini avuti tramite inseminazione artificiale). Non vedo l'ora di annegare nel livello di complessità psicologica che la Moore ha impresso al suo personaggio in Chloe. Julianne, sempre più sofisticata icona gay.

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