mercoledì 25 novembre 2009

I miei Oscar: 1991

Film dell'anno Il Silenzio degli Innocenti di Jonathan Demme


2° posto Thelma & Louise di Ridley Scott


Il mio viscerale e sconsiderato amore per il cinema e per le attrici affonda definitivamente le sue radici nel 1991. In un solo anno Thelma & Louise e Clarice Starling de Il silenzio degli innocenti ridefiniscono il concetto di eroismo declinando al femminile il road movie e il thriller metafisico, percorrendo le strade d'America alla ricerca di un riscatto impossibile o guardando l'abisso del male dritto negli occhi. L'impatto che questi due film hanno avuto con gli anni sul mio immaginario e sulla costruzione della mia identità giovanile è enorme. Jodie Foster e Susan Sarandon entrano nei miei sogni di fuga e ribellione, rivincita sul passato e necessaria lotta contro i propri demoni. E soprattutto danno anima e corpo a due ruoli memorabili: da una parte la disperata ironia e la forza di Louise Sawyer in quel viaggio senza speranza sulla mitica thunderbird verde, dall'altra lo sguardo impavido e tremante di Clarice di fronte al male assoluto. Entrambe potenti ed impressionanti.


L'Oscar andò a Jodie Foster, nonostante lo avesse vinto appena due anni prima per Sotto accusa, probabilmente perché l'Academy non volle dividere Susan Sarandon e Geena Davis, bravissima nel ruolo della svagata, immatura ed adorabile Thelma. Ma entrambe le interpretazioni della Foster e della Sarandon sono incommensurabili: nessuna scena madre, nessuna concessione al facile effetto, sfumature sotterranee a profusione e grinta da vendere in ogni scena, carisma e introspezione siderali. Corpi veri e sanguinanti sulla superficie dello schermo. Avrei assegnato l'Oscar ad entrambe (senza nulla togliere alla formidabile Geena Davis capace di rendere alla perfezione l'evoluzione del personaggio, ma il ruolo è meno stratificato, e di conseguenza meno deflagrante nell'impatto generale). Susan Sarandon proveniva dalle magnifiche prove di Bull Durham e White Palace (Calda Emozione), per le quali non aveva ricevuto importanti riconoscimenti (solo le candidature ai Golden Globes): con Thelma & Louise, strappa finalmente la sua seconda nomination agli Oscar (la prima risale al 1981 per Atlantic City), diventa star di assoluta grandezza a 45 anni suonati e l'attrice drammatica più quotata d'inizio decennio.


Le altre attrici candidate erano Laura Dern per Rosa Scompiglio e i suoi amanti e Bette Midler per la commedia musicale For the Boys. Ignorate l'iper-glamour Annette Bening di Bugsy, la Kathy Bates post-Misery di Pomodori verdi fritti, la strepitosa Anjelica Huston de La famiglia Addams e soprattutto l'altro grande star-turn dell'anno, la splendida Michelle Pfeiffer di Frankie & Johnny-Paura d'amare (per un'analisi della performance della Pfeiffer nel film di Marshall vedi post precedente).

Fra le attrici non protagoniste Mercedes Ruehl per La leggenda del Re Pescatore trionfò su Diane Ladd (Rosa Scompiglio), Kate Nelligan (Il principe delle maree), Jessica Tandy (Pomodori verdi fritti) e sulla giovanissima e sconvolgente Juliette Lewis di Cape Fear, il thriller ad altissimo voltaggio di Martin Scorsese. La scena della seduzione tra lei e Max Cady (Robert de Niro) nel teatro della scuola è un trionfo di perversione assolutamente paralizzante. La Lewis meritava la statuetta.

I candidati come miglior attore erano Warren Beatty (Bugsy), Nick Nolte (Il principe delle maree), Robin Williams (La leggenda del Re Pescatore), Robert de Niro (Cape Fear) e sir Anthony Hopkins (Il silenzio degli innocenti). Forse solo De Niro avrebbe potuto insidiare la vittoria di Hopkins: ma la geniale, epocale ed ontologica interpretazione di Hannibal Lecter non poteva avere rivali. Raramente gli Oscar centrano in pieno il migliore dell'anno. In questo caso, forse, del decennio.


Il trionfo del film di Demme fu superiore ad ogni aspettativa, non solo in termini di incassi, ma anche di riconoscimento da parte dell'Academy. Per la prima volta un thriller vinceva i cinque Oscar maggiori: film, regia, sceneggiatura ed interpreti principali. E non stiamo parlando di un thriller qualsiasi, ma di un'opera controversa, coraggiosa, lucida e devastante, lontana anni luce dalla classiche pellicole da Oscar. Un film alternativo e maledetto, sporco e crudele, sceneggiato alla perfezione e diretto con mano ispiratissima da un Jonathan Demme capace di creare incubi veri con una forza espressiva straordinaria. Bugsy, JFK e Il principe delle maree al confronto sembrano film per neonati. Thelma & Louise di Ridley Scott avrebbe invece meritato maggiore considerazione, a parte l'Oscar per la sceneggiatura originale e le candidature per regista e le due eccezionali attrici.


Harvey Keitel avrebbe infatti dovuto vincere fra i non protagonisti proprio per il film di Scott, invece era candidato per Bugsy insieme a Ben Kingsley (Bugsy), Tommy Lee Jones (JFK), Micheal Lerner (Barton Fink) e Jack Palance, cui andò l'Oscar per Scappo dalla città.

Tutto sommato, un'annata straordinaria. Cosa ne pensate?

2 commenti:

  1. Anno memorabile:ricordo che rimasi sveglio tutta la notte per vedere chi vinceva l'oscar.W la Praderi e w il cinema!!!!!

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  2. Anch'io ricordo benissimo quella cerimonia degli Oscar. Mi alzai alle 6 di mattina per vedere le ultime premiazioni. Ovviamente alla fine ero così inebriato dal divismo e dal fascino di Hollywood che non volevo più andare a scuola...

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