domenica 13 dicembre 2009

I miei Oscar: 1993

Film dell'anno L'età dell'innocenza di Martin Scorsese



2° posto Lezioni di piano di Jane Campion


Il 1993 è l'anno del film che più di ogni altro ha sconvolto il mio mondo adolescente e posto le radici del mio amore per il melodramma, rimanendo da solo al vertice della mia classifica per quasi un decennio. Si tratta de L'età dell'innocenza di Martin Scorsese, raffinatissima e crudele storia d'amore tratta dal romanzo di Edith Wharton, un film talmente perfetto in ogni suo elemento (forma e contenuto, visione e narrazione, attori e colonna sonora di Elmer Bernstein, malinconica e struggente) da toccare le vette del sublime cinematografico (il tramonto infuocato sul molo, il bacio in carrozza, il finale a Parigi, solo per citare alcuni momenti memorabili). Ma il 1993 fu un anno ricco di gemme rare: la tempestosa fantasia femminile di Lezioni di piano, diretto da Jane Campion e saldamente al secondo posto tra i film dell'anno (magnifica la partitura di Michael Nyman, diventata un classico); l'epica nazista di Schindler's List di Steven Spielberg, trionfatore agli Oscar; l'opera in assoluto più bella di James Ivory, Quel che resta del giorno, l'emozionante Nel nome del padre di Jim Sheridan e l'importante Philadelphia di Jonathan Demme, prima ricognizione hollywoodiana sul dramma dell'aids. E come dimenticare Nightmare Before Christmas di Henry Selick e Tim Burton autentico cult movie in stop-motion?


Tra le attrici l'Oscar non poteva non andare alla meravigliosa Holly Hunter di Lezioni di piano: la sua Ada, fiera, ostinata, scontrosa e fragile al tempo stesso, è una delle performance del decennio e il modo in cui la Hunter si esprime solo attraverso lo sguardo, il linguaggio del corpo e la musica del pianoforte è stupefacente. Scandaloso, tuttavia ,che le altre due grandi interpretazioni dell'anno siano state ignorate dagli Oscar: Juliette Binoche in Film Blu e la divina Michelle Pfeiffer de L'età dell'innocenza. Nel difficile ruolo di Madame Olenska la Pfeiffer va ancora più a fondo nella sua ricerca (dimostrando ancora una volta la sua incredibile versatilità), emergendo con una prova di grande naturalezza ed (apparente) semplicità, trattenuta, sfumata, intensa e contemporaneamente sfolgorante (nelle pose e nelle stupende inquadrature che Scorsese le regala). Ancora una volta troppo (bella, brava ed autentica) per essere riconosciuta.


Le altre candidate erano la bravissima Emma Thompson (sebbene Quel che resta del giorno sia dominato soprattutto da un monumentale Anthony Hopkins) e Stockard Channing nella sorprendente commedia drammatica Sei gradi di separazione. Sopravvalutate invece Angela Bassett nella biografia di Tina Turner What's love got to do with it? e Debra Winger nel dramma Shadowland. La Winger era anche l'acclamata interprete di Una donna pericolosa e, con due titoli in competizione, era inevitabile che ottenesse una nomination.


Tra le non protagoniste, l'ambigua e sotterranea Winona Ryder de L'età dell'innocenza si vide sottrarre il premio dalla giovanissima Anna Paquin di Lezioni di piano. Notevoli le altre candidate: Holly Hunter ed Emma Thmpson fecero il bis e vennero nominate anche come supporting character rispettivamente per Il socio e Nel nome del padre. Ma la May Welland di Winona Ryder, con il suo "doppio" candore e la sua apparente ingenuità, è un personaggio difficile da dimenticare.

Eccezionali gli interpreti maschili. Tom Hanks vinse per Philadelphia nel ruolo dell'avvocato gay Andrew Beckett ammalato di aids. Tuttavia il 1993 era l'anno di Daniel Day-Lewis con le prove magnifiche (quanto di più opposto e lontano si possa chiedere ad uno stesso attore) de L'età dell'innocenza e Nel nome del padre (per cui fu candidato).

Se nel 1989 avesse vinto Jeremy Irons per Inseparabili (come avrebbe dovuto essere, e non Day-Lewis per Il mio piede sinistro), l'Oscar 1993 avrebbe dovuto essere suo. Grandi anche Hopkins nel film di Ivory e Liam Neeson in Schindler's List. Al posto di Lawrence Fishbourne (What's love got to do with it?), avrei candidato senza dubbio l'emozionante Al Pacino di Carlito's Way. Ignorati Harrison Ford per Il fuggitivo, Robin Williams per Mrs Doubtfire e Denzel Washington per Philadelphia.

Carlito's way, memorabile mix di thriller, romance, noir e ganster's movie tra le vette del cinema di Brian de Palma, avrebbe meritato anche la candidatura tra i non protagonisti per Sean Penn. Il vincitore della categoria fu Tommy Lee Jones per Il fuggitivo, ma ugualmente straordinari erano anche il giovanissimo Leonardo di Caprio per Buon compleanno Mr Grape e l'allora poco conosciuto Ralph Fiennes, gelido ufficiale nazista in Schindler's List. Gli altri candidati erano il grande John Malkovich (Nel centro del mirino) e Pete Postlethwaite (Nel nome del padre).

Nessun commento:

Posta un commento