sabato 12 dicembre 2009

Cate Blanchett trionfa a New York in Un tram che si chiama desiderio




Esauriti da settimane i biglietti per assistere ad un evento teatrale epocale. Fino al 20 dicembre si replica all'Harvey Theatre a New York la nuova produzione realizzata dalla Sydney Theatre Company dell'immensa piece di Tennessee Williams Un tram che si chiama desiderio, per la regia di Liv Ulmann e l'interpretazione della divina Cate Blanchett. Il ruolo di Blanche Dubois è diventato per le grandi attrici l'equivalente di Amleto per gli attori: tutte primo o poi desiderano mettersi alla prova in quella che è probabilmente la parte più bella che sia mai stata scritta per un'attrice nel teatro contemporaneo. Da Jessica Tandy, interprete dell'allestimento originale a Broadway dal 1947 al 1949, a Vivien Leigh, che aveva interpretato Blanche a Londra diretta dal marito Laurence Olivier e divenne la protagonista dell'adattamento cinematografico del 1951, fino in tempi più recenti a Jessica Lange, Glenn Close, Patricia Clarkson e Natasha Richardson: tutte hanno di volta in volta sottolineato la fragilità o la forza di Blanche, la bellezza appassita, il lirismo, la stupidità, la sensualità, le contraddizioni, il coraggio, l'abissale, umana complessità.


Questo nuovo allestimento, osannato in Australia e adesso celebrato anche in America, sembra un autentico trionfo. Soprattutto per Cate Blanchett, ancora una volta in grado di superare sé stessa. Dalla regina Elisabetta alla Katharine Hepburn in The Aviator, fino all'incredibile Bon Dylan di Io non sono qui, sembrano non esserci limiti all'arte e al range dell'attrice australiana. Nel ruolo di Blanche, la Blanchett pare già mettere una seria ipoteca sul prossimo Tony Award come miglior attrice drammatica. I critici americani stanno inventando nuovi superlativi per definire la sua performance. Secondo il New York Times l'interpretazione della Blanchett evidenzia non tanto la poesia del personaggio quanto il suo istinto alla sopravvivenza, rendendo Blanche Dubois più umana e vera che mai. Lontani dalla luci di New York, accontentiamoci di queste splendide foto.

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