giovedì 17 dicembre 2009

Vagonate di retorica sul biopic della Earhart


Le prime note solenni e cerimoniose della colonna sonora di Gabriel Yared promettono già malissimo. Ma non ti aspetteresti mai che un cast tecnico ed artistico di così alto livello possa essere sprecato fino a questo punto. Amelia è il peggio che Hollywood possa offrire al giorno d'oggi: un film già concluso e morto sin dalle primissime scene. E non perché tutti conoscono la tragica sorte della grande aviatrice americana, ma perché non c'è nessuna idea di scrittura a reggere l'operazione, solo vagonate di gonfia, pomposa retorica: personaggi privi di spessore psicologico, dialoghi da melo' di terz'ordine, immagini da cartolina ed una voce fuori campo che si vorrebbe poetica ma è soltanto di una banalità sconcertante.

Nemmeno gli attori possono far molto per salvare la baracca: il pur bravo Ewan McGregor sembra un bambolotto di porcellana che va e viene dalla scena senza alcun rilievo effettivo sulla storia, mentre la spaesata e mascolina Hilary Swank non riesce a trovare di meglio che sorridere in continuazione per esprimere l'entusiasmo e il desiderio di libertà del personaggio, ma non è a suo agio in abiti d'epoca (per quanto la somiglianza con la Earhart sia notevole). Se la scena poi lo richiede, cambia (addirittura) espressione e mette su il muso lungo o piange a comando in un paio di momenti che sembrano fatti apposta per le clip degli Oscar (ma agli Oscar questo film non lo vedremo, grazie a Dio). E' desolante vedere come a volte gli attori si affannino a giustificare una densità emotiva che il film costantemente e quasi deliberatamente nega. Quanto a Richard Gere, sembra ormai l'equivalente maschile di Cher: liftatissimo e congelato in un eterno sorrisetto sornione e malandrino, è troppo vecchio per la parte e sembra ancora in zona Billy Flynn di Chicago. Ma il problema più evidente è che insieme alla Swank forma la coppia meno credibile e peggio assortita della storia da che ho memoria.

La regista Mira Nair sembrava la scelta perfetta per una storia del genere, ma bisognava affidarsi ad una sceneggiatura meno vacua e convenzionale. Un'occasione tragicamente sprecata per ricordare con dignità un'eroina del secolo scorso: peccato non essere riusciti ad accendere la benché minima scintilla di un autentico conflitto drammatico.
Voto: 2

Nessun commento:

Posta un commento