giovedì 22 ottobre 2009

Meryl, il campo magnetico della perfezione


L'avevo promesso e alla fine l'ho fatto. Pur non avendo il biglietto per assistere all'incontro-intervista con Meryl Streep questa sera al Roma Film Fest, mi sono stoicamente presentato in biglietteria due ore prima dell'evento alla (disperata) ricerca di qualcuno che avesse un biglietto in più. Non è che nutrissi molte speranze, visto il recente latitare della dea bendata dalle mie parti. Ma dovevo tentare ed ho avuto ragione. Non solo ho trovato qualcuno che mi ha addirittura regalato il biglietto, ma tale siderale epifania si è verificata appena ho messo piede in biglietteria. C'è solo un termine per descrivere questo incredibile colpo di fortuna.

Alla fine Meryl è arrivata, ha sfilato sul red carpet sotto i flash di fotografi e fan, ha firmato autografi, si è lasciata felicemente travolgere dall'ovazione che ha accolto il suo ingresso nella Sala Sinopoli. Ave Meryl, la più grande attrice vivente, un monumento di storia del cinema.
Dal vivo è proprio come ti aspetteresti: brillante, disponibile, misurata, spiritosa, elegantissima. La maggior parte delle clip proiettate (a parte Il diavolo veste Prada, l'inevitabile Mamma Mia! e il meraviglioso I ponti di Madison County) riguardavano i primi anni della sua carriera: Il cacciatore, Manhattan, Kramer vs Kramer, La scelta di Sophie. In un'ora di intervista era praticamente impossibile passare in rassegna in modo esaustivo una carriera così duratura e straordinaria e fa sorridere che gli applausi più calorosi siano stati proprio per Mamma Mia! (il suo più grande trionfo commerciale, di certo non uno dei suoi film migliori). Personalmente mi sarebbe piaciuto ascoltare qualche domanda su The Hours, ma anche se fosse stata in programma, non c'era più tempo.

Ci si aspetta sempre da queste interviste che l'attore si metta a nudo e riveli i segreti della propria arte, ma così non è. Ripercorrendo i primi anni della sua carriera, un po' per modestia, un po' per sfatare il mito della perfezionista e della prima della classe, Meryl non ha accennato nemmeno una volta a quanto abbia studiato per interpretare un personaggio. E così Manhattan e Kramer vs Kramer furono girati quasi contemporaneamente e lei era tutt'altro che preparata (anche perchè contemporaneamente recitava Shakespeare a teatro ogni sera). Alla domanda sulla sua strabiliante abilità nell'imitare accenti e cadenze straniere, Meryl si lancia in una gag strepitosa: approfittando di una interferenza con il suo microfono, rivela di essere un campo magnetico che non solo manda in tilt i microfoni, ma attira a sé gli accenti, i tic, i gesti delle persone e li raccoglie. Più volte risponde con un laconico I don't know. E forse la risposta è proprio questa. Lei non lo sa. E' ovvio che un attore si prepari e studi, ma la preparazione non serve a niente se sulla scena, sul set, non si accende la scintilla, se non succede nulla. E quello che può succedere, non lo sa nemmeno l'attore. O almeno il grande attore. Ecco la lezione di Meryl Streep: gli attori hanno la possibilità di cogliere il senso profondo della vita. Non c'è nulla in realtà di cui possiamo essere certi. Non sappiamo in anticipo cosa accadrà, non possiamo mai sapere come andranno a finire le cose. Un attore deve riuscire a stupirsi ogni volta, deve lasciarsi cogliere di sorpresa al primo come al trentesimo ciak. Sì, ma come? La scintilla, il genio, un dono. Ave Meryl.

7 commenti:

  1. Bello, hai ragione: Meryl è semplicemente fantastica! Mi piace moltissimo anche la tua descrizione della "magia" dell'essere attori, o più semplicemente del creare. Credo che in fondo sia la stessa cosa per un musicista, un poeta...ed è quello che provo anch'io dipingendo (lungi dal giudicarmi una "grande"!!)...in fondo il bello è tutto lì!! Però che c... che hai avuto con quel biglietto!!!

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  2. Non è mia la descrizione della "magia" dell'essere attori, come dici tu. E' la lezione che ieri sera ci ha dato questa donna eccezionale, ho semplicemente parafrasato le sue parole. E se lo ha detto lei...

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  3. La Meryl che ho amato di più è "La donna del tenente francese"... l'attrice che recita l'attrice e il personaggio ad un tempo. Che film!

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  4. Io non saprei scegliere tra "The Hours" e "I ponti di Madison County"... anche se ne "La scelta di Sophie" e "La donna del tenente francese" tocca note oscure ed insondabili inarrivabili. E ne "Il diavolo veste Prada" regala uno star-turn di magistrale sottigliezza. Oh mio dio! Ne ho già citati cinque!

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  5. Lo ammetto, è banale come cosa ma il film che ha fatto diventare Meryl la mia attrice preferita è stato Mamma Mia: impossibile non 'innamorarsi' di lei durante lo scorrere di ogni singolo fotogramma di quel film. Ero una delle tante abituata a vederla come la regina dei drammi ma con Il diavolo veste Prada, prima, e Mamma Mia dopo, mi sono accorta (in vistoso ritardo, lo so!) che questa donna ha davvero qualcosa di speciale, non solo dal punto di vista del suo lavoro ma anche sul lato umano.
    Il ritardo l'ho recuperato in fretta vedendomi tutti i suoi film nel giro di un paio di mesi e decretando come miei preferiti I ponti di Madison County (a mio parere la più bella storia d'amore del grande schermo), Silkwood, Il diavolo veste Prada e Mamma Mia.
    Incredibile vedere come in ogni pellicola la Divina Meryl sia in grado di spogliarsi completamente (ma solo in apparenza) del suo io più intimo per vestire i panni di personaggi più svariati: ed è proprio questa la sua magia, cioè rendere umano e veritiero ogni personaggio del quale veste i panni. E non smette mai di stupirci, si cala ogni volta in interpretazioni magistrali, tipiche di chi ha alle spalle una tecnica sopraffina ma anche una grande sensibilità.Se dovessi scegliere un aggettivo per descriverla direi semplicemente: immensa.

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  6. Cosa dire di più? Condivido tutto quello che dici. Ad ognuno la sua Meryl del cuore, le sue creazioni sono patrimonio dell'immaginario collettivo dell'umanità.

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  7. Ehm...arrivo un po' tardi, ma meglio che mai!
    Anche io come te sono andata a Roma senza biglietti (solo quello per la prima di Julie&Julia) ma ho trovato sia quello dell'incontro, sia quello della premiazione in biglietteria il giorno stesso. Volevo quasi baciare la ragazza della biglietteria...non potevo crederci!!E poi quando l'ho incontrata e baciata...encefalogramma piatto!Non riuscivo neanche a parlare!
    Comunque ho letto i tuoi post su Meryl e condivido tutto dalla prima all'ultima riga!Sono contenta di aver trovato questo blog! :)

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