martedì 30 marzo 2010

Le leggi di Sarah


Non preoccupatevi. Non ho intenzione di cambiare il nome del mio blog in Best Singer Confidential, ma in questi giorni sono perdutamente music-addicted. E dopo Barbra Streisand e Lady GaGa (e Tori Amos ed Annie Lennox nei mesi scorsi) non potevo non postare due righe sulla mia icona musicale per eccellenza. Non sto parlando di Madonna, né di Rufus Wainwright o Anthony. Ma di Sarah Mclachlan, cantautrice canadese dal timbro vocale prezioso ed inconfondibile e dalla straordinaria vena melodica, diventata famosa alla fine degli anni '90 con brani come Angel (dal soudtrack di City of Angels), Adia e I will remember you.


Un talento raro e poco prolifico: in 20 anni di carriera solo 5 album in studio, cui bisogna aggiungere però 2 album live, ep, remix, raccolte di b-sides, cover, collaborazioni varie ed un bellissimo cd natalizio, Wintersong, del 2006. L'esordio è datato 1988 con l'etereo e vaporoso Touch, in cui una Mclachlan appena ventenne cerca di costruirsi un'immagine da raffinata chanteuse pop sulle orme di Kate Bush. L'album è acerbo e ripetitivo negli arrangiamenti (quasi sempre dominati da tastiere e percussioni) ma Out of the shadows, Vox e l'elegia funebre Ben's Song sono suggestive e rivelano una voce affascinante, capace di voli raffinatissimi nel registro di testa. Segue il misterioso, oscuro e malinconico Solace (1991), in cui inizia a predominare la componente folk acustica. The path of thorns e Into the fire (brano molto alla Sinead O' Connor) restano le canzoni più famose, ma Black ha una ossessiva costruzione circolare che toglie il fiato. La linea melodica è umorale, sincera ed intimistica, mai disgiunta dal significato del testo, e la voce morbida, delicata, calda ed ombrosa domina dall'inizio alla fine come il canto triste di una sirena seducente e compassionevole.


Il successo arriva con l'album successivo, ad oggi il suo migliore, Fumbling Towards Ecstasy (1994), ipnotico, sfaccettato e scintillante, in cui alla componente acustica si affianca una dimensione soft-rock elettronica in efficace contrasto con la vocalità vellutata della Mclachlan. Cifra stilistica della voce diventano i vertiginosi scivolamenti dal registro di petto a quello di testa mentre gli arrangiamenti del produttore Pierre Marchand puntano a creare un landscape musicale interiore tortuoso, teso e sottilmente inquietante. Se la voce accarezza e conforta, il pavimento sonoro è affilato come un rasoio e le melodie, mai banali, pescano nel fondo dell'anima ed illuminano senza paura zone oscure e ferite lancinanti. Elettrizzanti Possession e Fear, struggente Elsewhere, devastante Hold on (una della canzoni più belle che siano mai state scritte sull'aids), gotica Ice, dolcissima Good enough, mistica e liberatoria la title-track.


La consacrazione avviene nel 1998, con il Lilith Tour e l'album Surfacing, 8 milioni di copie vendute nel mondo e 2 grammy awards: una sofisticata raccolta di canzoni scritte in punta di penna e degna di Blue, l'album-capolavoro di Joni Mitchell, forse il punto più alto del songwriting confessionale americano. Asciutta, intensa ed ispirata la Mclachlan distilla due perle radiofoniche soft rock come Building a mistery e Sweet Surrender, la catartica, meravigliosa ballata per chitarra e piano Adia (la canzone della mia vita...) e la sublime Angel, un pezzo al pianoforte di siderale lirismo ormai entrato nella storia della musica. Il panorama musicale tratteggiato da Surfacing è come il quadro impressionista di un cielo nuvoloso che si sta rischiarando, qua e là (ancora) squarciato da improvvise, tempestose chitarre elettriche. Prevalgono le tonalità pastello con venature cupe e malinconiche e la ricerca della "bellezza nella tristezza" si afferma come canone estetico fondamentale.


A sette anni di distanza dall'ultimo album in studio Afterglow del 2003, molto simile a Surfacing per struttura ed ispirazione e degno di nota soprattutto per i brani di apertura e chiusura, Fallen e Dirty Little Secret, la Mclachlan ha annunciato la pubblicazione di un nuovo cd di materiale inedito, The Laws of Illusions, prevista per il prossimo 15 giugno, cui seguirà la ripresa del Lilith Tour.

Per chi voglia accostarsi alla sua musica per la prima volta, nel 2008 è uscita la raccolta Closer contenente anche due inediti molto belli, U want me 2 e Don't give up on us. Non fermatevi al primo ascolto. Se sentite riecheggiare Dido state certi che è quest'ultima ad aver copiato tutto. La musica e la voce di Sarah entrano sotto pelle lentamente, in punta di piedi. Sembra che chiedano il permesso. Ma vale la pena di farli entrare. Una volta dentro, sono un tesoro inestimabile.

1 commento:

  1. "Adia", "Possesion", "Building a mistery", "Angel" sono tutti pezzi incredibili. Peccato che la gravidanza, contrariamente a quanto è successo ad altre cantautrici, non abbia giovato alla creatività di Sarah. Fatico a credere che tornerà un periodo di splendore per la McLachlan, pari a quando Rolling Stone le dedicò la copertina ai tempi del grande successo di "Lilith Fair". Comunque una grande stellla
    Macrileo

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