sabato 30 gennaio 2010

Ghiotte pillole dal Sundance


Ricchissimo il carnet di titoli presentati in questi giorni al Sundance Film Festival. Focus Features ha già acquistato i diritti per la distribuzione di The Kids Are All Right di Lisa Cholodenko, comedy-drama-gay-manifesto con Annette Bening e Julianne Moore, magnifica (e a quanto pare credibilissima) coppia lesbo che ha cresciuto due ragazzi nati tramite inseminazione artificiale, e uno splendico Mark Ruffalo nel ruolo del padre-donatore del seme. Accoglienza entusiastica: script leggero, brillante, sincero ed intelligente, grandi performance e ottime prospettive di successo. E magari di candidature all'Oscar il prossimo anno per i tre protagonisti.


Occhi puntati sul dramma romantico Blue Valentine: Derek Cianfrance registra discese e risalite amorose fra Ryan Gosling e Michelle Williams, acclamattissimi e mai così casual e sexy.


Get Low di Aaron Schneider, storia di un patriarca nel Tennessee post-depressione interpretato da Robert Duvall, Sissy Spacek e Bill Murray, era già pronto nel 2009, ma l'uscita era stata rinviata. Le proiezioni al Sundance confermano quanto già si diceva negli scorsi mesi: aspettiamoci un monumentale Duvall.


Il biopic inglese sull'infanzia di John Lennon, Nowhere Boy, diretto da Sam Taylor Wood, continua a convincere dopo gli ottimi risultati in patria (ha ricevuto le candidature ai BAFTA per Kristin Scott-Thomas e Anne Marie Duff).


Si fa un gran parlare anche del debutto alla regia della visionaria video-maker Flora Sigismondi: The Runaways, con Kirsten Stewart e Dakota Fanning, storia di una girl-band americana anni '70, potrebbe essere uno degli hit della prossima primavera. Una delle sorprese del festival è sicuramente il thriller-horror spagnolo Buried, diretto da Rodrigo Cortes ed interpretato dal lanciatissimo Ryan Reynolds: tutto girato in una tomba in cui il povero Ryan si ritrova seppellitto ad inizio pellicola. Lebanon docet, con tutti i dovuti distinguo.


Sofisticato e complesso appare già Howl, di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, che ripercorre la storia del processo per oscenità contro Allen Ginsberg e il suo poema omonimo. Protagonista il mozzafiato James Franco di Milk, assieme a Marie-Louise Parker, John Hamm e Jeff Daniels.


Contrastanti invece le prime risposte a The Killer Inside Me, adattamento di un romanzo di Jim Thompson diretto da Michael Winterbottom al suo primo film americano e con un cast all star: Casey Affleck, Kate Hudson e Jessica Alba. Ultraviolento, gratuito e pericoloso, ma la confezione visiva sembra lussuosa e affascinante.


Dopo il bellissimo Le cose che so di lei e l'interessante Nine Lives, Rodrigo Garcia, cineasta legato all'universo e alle storie femminili, dirige Annette Bening e Naomi Watts nel dramma Mother & Child. Interprete a teatro di un recente adattamento della Medea di Euripide, si prospetta un grande anno per la Bening. Tra gli altri film, oltre a Io sono l'amore di cui ho già parlato in un post precedente, si segnala l'interessante esordio alla regia di Philip Seymour Hoffmann con Jack Goes Boating. Postilla: vedremo mai Synecdoche, New York?

Quale tutti questi titoli riuscirà a bissare il successo di film come Little Miss Sunshine, Precious e (500) giorni insieme, tutti provenienti dalle fila del Sundance?

3 commenti:

  1. leggendo i tuoi post ho capito che non sono l'unica che adore julianne moore alla follia. incredibilmente bella e talentuosa e ahimè troppo sottovalutata,peccato. spero che con a single man abbia una chance per gli oscar, perchè il suo talento merita di essere riconosciuto con la statuetta (che poi grandissimi attori non l'hanno ricevuta e la loro bravura non si tocca, però, dico io, però..)
    sono contenta che dopo alcuni film anonimi dove si è sprecata ritorni a produzioni di tono maggiore.
    bel blog! continuerò a seguirti!
    SAuge

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  2. Ti ringrazio dei complimenti. Purtroppo come hai visto, nemmeno quest'anno Julianne Moore ce l'ha fatta. Un'altra splendida prova non riconosciuta dall'Academy, ma se pensiamo che la Moore è stata snobbata anche per Safe e Magnolia... non c'è nulla di cui stupirsi. Peccato.

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  3. infatti..il suo anno è sicuramente stato il 2003 quando era nominata sia per the hours (comunque uno scandalo metterla come supporting, quando tutte e tre avrebbero dovuto figurare nel lead, essendo protagoniste tutte quante..ma vabbè) sia per far from heaven, ma sembra che la fortuna non sia dalla sua. peccato, è davvero una grande interprete.
    S.

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