domenica 8 novembre 2009

Questione di Oscar


Vincere un oscar non è mai qualcosa che ha a che fare solo ed esclusivamente con l’eccezionalità della performance: molti fattori sono in gioco anche più importanti e decisivi. Innanzi tutto dipende dal successo del film, sia di pubblico che di critica; da quanto gli studios investono in pubblicità per promuovere il film e supportare in modo adeguato le performance; da quanto l’interprete sa stare al gioco, presenziando agli eventi di gala, alla promozione del film, rilasciando interviste, insomma facendosi vedere il più possibile nel corso dell’awards season, la stagione che inizia in autunno con l’uscita degli eventuali concorrenti agli oscar e termina ad inizio marzo con la cerimonia di consegna.
In tutto questo tourbillon è evidente quanto il valore delle performance passi spesso in secondo piano. Vincere un oscar non significa affatto essere in assoluto il migliore dell’anno.
Si può vincere per ragioni politiche: Halle Berry per Monster’s Ball e Denzel Washington per Training Day vincono entrambi nel 2001, caso più unico che raro per attori afroamericani. Ovvio che non si trattò soltanto di una coincidenza. Oppure si può assegnare un oscar per onorare una carriera troppo a lungo sottovalutata o fino a quel momento poco riconosciuta: Jessica Tandy vince per A spasso con Daisy nel 1989 battendo la superfavorita Michelle Pfeiffer de I Favolosi Baker; Kim Basinger vince come non protagonista per L.A. Confidential sconfiggendo Julianne Moore in Boogie Nights nel 1997).

Se si scorrono le liste dei vincitori e quelle dei nominati nello stesso anno ci si rende conto di quante volte l’Academy abbia preso delle sviste colossali.
  • 1940: Ginger Rogers (Kitty Foel) vince irragionevolemente contro due interpretazioni storiche, Bette Davis in Ombre Malesi e Katharine Hepburn in Scandalo a Filadelfia.
  • 1950: Judy Holliday (Nata ieri) vince su Bette Davis (Eva contro Eva) ed addirittura su Gloria Swanson (Viale del tramonto)
  • 1987: Cher (Stregata dalla luna) vince sulla terrificante Glenn Close (Attrazione fatale)
  • 1998: Gwyneth Paltrow (Shakespeare in Love ) viene inspiegabilmente giudicata superiore a Cate Blanchett (Elizabeth)

E ci sono esempi di performance eccellenti che non figurano nemmeno nella cinquina delle candidature. Il 1995 fu ad esempio un’annata strepitosa per le attrici: Susan Sarandon (la vincitrice per Dead Man Walking), Elizabeth Shue (Via da Las Vegas), Sharon Stone (Casino), Meryl Streep (I ponti di Madison County) ed Emma Thompson (Ragione e sentimento) erano le nominate. Ma quell’anno avrebbero meritato una chance anche Jennifer Jason Leigh (Georgia) e soprattutto le stelle nascenti Julianne Moore e Nicole Kidman che con Safe e Da morire regalarono due performance eccezionali, in anticipo sui tempi, oggi celebrate e studiate come pietre miliari delle loro carriere (e non solo).

Ci sono infine anni in cui la cinquina di candidati è piena di possibili vincitori a pari merito, ma l’oscar finisce quasi sempre nelle mani sbagliate, se si guarda in prospettiva: nel 1988 le candidate erano Melanie Griffith (Una donna in carriera), Sigourney Weaver (Gorilla nella nebbia), Glenn Close (Le relazioni pericolose), Meryl Streep (Un grido nella notte) e Jodie Foster (Sotto accusa). Non solo manca la strepitosa Susan Sarandon di Bull Durham, in assoluto uno dei suoi ruoli migliori, ma Jodie Foster, comunque pregevole, vince su quella che oggi è considerata una delle performance migliori del decennio, Glenn Close nel film di Frears.
Detto questo, e considerato che gli oscar sono comunque un gioco tutto americano in cui attori di lingua non inglese fanno capolino molto, molto raramente (che dire del 2002 in cui l’Academy ha completamente ignorato la prova di Isabelle Huppert ne La pianista di Haneke?), ritengo che se vogliamo usare i premi oscar come metro del valore di un interprete, bisogna basarsi sul numero di candidature collezionate piuttosto che sul numero di premi vinti. Per questo motivo la mia lista Best Actress (vedi post precedente) faceva riferimento al numero di candidature complessive, partendo da un minimo di 5.

Quella che segue invece è la lista delle attrici con un maggior numero di oscar vinti: partendo da un minimo di due ho dato maggior peso all’oscar come migliore attrice (lead) rispetto a quello come migliore attrice non protagonista (supporting).

4 oscar lead
Katharine Hepburn (12 nom)

3 oscar (2 lead e 1 supporting)
Ingrid Bergman (7 nom)

2 oscar lead
Bette Davis (10 nom), Jane Fonda (7 nom), Olivia de Havilland (5 nom), Elizabeth Taylor (5 nom), Glenda Jackson (4 nom), Jodie Foster (4 nom), Louise Rainer (2 nom), Vivien Leigh (2 nom), Sally Field (2 nom), Hilary Swank (2 nom)

2 oscar (1 lead e 1 supporting):
Meryl Streep (15 nom), Jessica Lange (6 nom), Maggie Smith (6 nom), Helen Hays (2 nom)

2 oscar come supporting:
Shelley Winters (4 nom, 1 lead e 3 supporting), Dianne Wiest (3 nom supporting).

Dalla prossima settimana intendo ripercorrere gli ultimi 20 anni della storia dell’oscar nella categorie best actress e best supporting actress, discutendo sugli effettivi vincitori ed indicando di vota in volta chi avrei ritenuto più meritevole. Stay tuned!

2 commenti:

  1. Alla lista delle sviste aggiungerei la grande e mai dimenticata Marilyn Monroe, che non ha mai vinto un Oscar, quando a mio parere l'avrebbe ampiamente peritato per A qualcuno piace caldo,ma anche per Niagara o Gli Spostati...

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  2. Concordo pienamente. La svista è ancora più incredibile se si pensa che la Monroe non è mai stata candidata! Ma è stata rivalutata solo dopo la sua morte, il suo talento all'epoca non era apprezzato... Anche Greta Garbo e Marlene Dietrich non hanno mai vinto.

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